La nostra comunità di Casa Madre si trova a Breganze (Vicenza), è numerosa e complessa per le molte suore con età ed esigenze diverse di vita e di salute. Il numero dei membri si aggira intorno a 30, con periodica oscillazione, per nuovi arrivi e partenze definitive per il cielo. Da gennaio di quest’anno siamo scese da 33 a 28.
Il COVID-19 ha portato condizionamenti e restrizioni: prima di tutto l’isolamento, niente visite dei parenti, niente uscite. Sono venuti a mancare tanti supporti preziosi di aiuto da parte del volontariato laico di cui la comunità godeva: aiuto stiro e assistenza alle sorelle ammalate, animazione alle ospiti di Villa S. Angela (la casa di riposo adiacente a Casa Madre) e tanti altri piccoli, preziosi servizi.
La cosa più sofferta è stata la chiusura della nostra chiesa al pubblico, sia per la Santa Messa, che per l’adorazione. Alla celebrazione domenicale erano sempre presenti 150 / 200 persone; e dopo la S. Messa si creava una bella opportunità per i saluti, per raccogliere raccomandazioni di preghiere e racconti di vita, per semplici scambi fraterni.
Ancora oggi, la celebrazione è riservata alla comunità e molti chiedono: “Quando riaprite? Si può partecipare all’adorazione? Con sofferenza si ripete: “aspettiamo con pazienza e speranza”.
Abbiamo vissuto la paura del contagio, soprattutto nei momenti in cui, alcune sorelle hanno manifestato episodi di indisposizione, di febbre. Timori sempre fugati dalla verifica tampone, con esiti negativi.
Poi sono arrivati i test, screening rapidi e tamponi per tutti: personale dipendente, suore, ospiti. Continuano ad essere effettuati con scadenze prima quindicinali, ora mensili.
Gli screening rapidi a volte hanno dato alcuni segnali di allarme, di sospetto, che poi si sono verificati conseguenza di utilizzo di farmaci o particolari forme croniche di malattia. Nell’incertezza, tuttavia, abbiamo dovuto organizzare spazi di isolamento, con molti disagi e aumento del lavoro. Si sono alternati tempi di “alta tensione”, che con le risposte negative si allentava; poi ancora allarme… e nuovo rilassamento e ancora timore… Questo comportava notevole dispendio di energia.
In pieno tempo di covid sono mancate quattro sorelle. Sono stati momenti particolarmente duri, pieni di incertezza, di severe disposizioni sui modi e i tempi di procedere, di condizionamenti pesanti per l’accompagnamento, la sepoltura, la partecipazione dei parenti, delle sorelle di congregazione.
Un po’ alla volta abbiamo imparato ad accogliere e vivere il provvisorio e l’imprevisto. Abbiamo seguito l’aggravarsi progressivo delle situazioni di contagio in Italia; l’ascolto dei telegiornali non portava tranquillità; il pericoloso e mortale virus poteva colpire con facilità da un giorno all’altro seminando paura e smarrimento.
La cosa più triste è stata quella di seguire con animo solidale la sofferenza di tante persone che non hanno potuto accompagnare con affetto i loro familiari nelle ultime ore di vita, e dare una dignitosa sepoltura ai loro cari.
Tanta sofferenza, tante lacrime, tanta angoscia, non vanno perdute, se la società e ciascuno si impegna ad imparare da questa crisi.
Le misure di restrizione adottate con prontezza in tutta la nostra struttura, ancora in atto, hanno dato buoni risultati: nessuna/o è stato contagiato dal virus.
In casa ancora risuonano spesso “parole d’ordine”: mascherina! Distanziamento! Lavarsi le mani!
I segni di stanchezza per queste restrizioni ci sono. Si cerca di dare qualche tempo di assenza dalla comunità a chi accumula maggior fatica, con possibile rientro solo dopo isolamento / quarantena e test di sicurezza.
Ci sono pure aspetti positivi vissuti in questo tempo.
Molte suore esprimono dispiacere di non poter venire a salutare le sorelle ammalate, come erano solite fare. È un lamento segno di legame, di affetto fraterno.
Ci sono state molte opportunità di attingere a ricchezza spirituale nei momenti di preghiera con Papa Francesco, attraverso le sue coinvolgenti riflessioni durante la Messa a Santa Marta alle 7 del mattino. Le abbiamo seguite con molto interesse e, una volta giunte alla conclusione della celebrazione ci si recava in processione in cappella, si faceva la S. Comunione e si celebravano le lodi.
Con la stessa intensità, attenzione e interesse abbiamo seguito altre celebrazioni, liturgie domenicali dalle Parrocchie dalla diocesi trasmesse on-line.
Per noi è stato un privilegio unico poter continuare a godere dell´adorazione quotidiana.
C’è stata pure la possibilità coltivare le relazioni personali attraverso vari mezzi di comunicazione.
Abbiamo creato temi di compresenza e compagni (visione di film o altra trasmissione), apprezzati sia per il valore di informazione sia per effetto di distrazione dalla paura.
Occupare la mente nell’ascolto di esercizi spirituali o altri argomenti di spiritualità, tempi prolungati di preghiera, riflessione personale si sono rivelati mezzi buoni e benefici.
Chi segue le trasmissioni di Radio Oreb, poi a tavola ci aggiorna e informa su argomenti e notizie interessanti.
Le suore che hanno impegni pastorali, in questo tempo hanno valorizzato la tecnologia, seguito incontri online, mantenendo i contatti e le relazioni con i gruppi.
Le opportunità quindi non mancano. Possiamo cogliere e vivere questo tempo come un momento di grazia, un “Kairos”, un passaggio del Signore, facendo di ogni momento una opportunità di bene rintracciabile in piccoli gesti di amore. Le occasioni del vivere in comunità ce lo favoriscono.
sr. Anna Peroni