Questo episodio è la “Visitazione”, l’incontro tra Maria, madre di Gesù, e sua cugina Elisabetta, madre di Giovanni Battista. Subito dopo l’annunciazione, Maria si affretta a raggiungere Elisabetta in Giudea. Un viaggio per condividere la gioia della sua maternità e offrire aiuto. Quando Maria saluta Elisabetta, il bambino che Elisabetta porta in grembo sobbalza di gioia. Questa reazione del bambino è il primo segno dell’incontro tra Gesù, il Figlio di Dio incarnato nel seno di Maria, e Giovanni Battista, il profeta chiamato a preparare la sua venuta. Elisabetta, donna anziana e moglie del sacerdote Zaccaria, ripiena dello Spirito Santo, riconosce in Maria, donna giovane e promessa sposa al falegname Giuseppe, la Madre del Signore e la benedice per la sua fede. La maternità di Maria è quindi proclamata in modo solenne da Elisabetta stessa. Qui è messa in luce l’importanza di condividere la gioia della fede, di riconoscere con umiltà l’opera di Dio nella vita degli altri e ci mostra anche come lo Spirito Santo agisce in modo misterioso per realizzare il disegno di salvezza. Questo episodio e un susseguirsi di azioni: “Maria si alzò e andò in fretta”: prende l’iniziativa e parte rapidamente e va da Elisabetta, un viaggio non semplice ma “urgente”. Maria “Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta” creando un momento di connessione tra le due donne decisamente forte tanto che Elisabetta diviene “voce dello Spirito Santo” e svela Maria come “la Benedetta di Dio e Benedetto è Suo Figlio”. Elisabetta esprime la sorpresa e tutta la sua gioia nel riconoscere Maria come “madre dell’Altissimo”. Queste azioni mettono in risalto il tema della maternità, della benedizione e dell’importanza dei legami familiari, nonché il ruolo centrale dello Spirito Santo nell’annuncio della nascita di Gesù. È un incontro ricco di stati d’animo: gioia e felicità, meraviglia, umiltà, fede, benedizione, solidarietà e reciproco sostegno. Fra qualche giorno sarà “nuovamente” Natale, quanta frenesia e movimento attorno a noi. Fa Natale “alzarsi e camminare per andare a “visitare la stalla dove nasce Gesù”, dove l’umanità e la divinità s’incontrano oggi. Fa Natale salutare chi incontriamo guardando ciascuno “come figlio/a di Dio”. Fa Natale augurare “Buon Natale” come trasmissione di benedizione, di bene! Fa Natale! Natale si attende ma soprattutto si prepara nel cuore, nel cuore di ogni giorno. Buon Natale.
Mariaemma Cola