“Venne un uomo mandato da Dio” – III domenica di Avvento

16
Dic

Un testimone che non orienta a sé, ma alla Luce  

La terza domenica di avvento, detta ”Gaudete”, invita a gioire per l’imminente venuta del Verbo di Dio.

La liturgia propone Giovanni Battista come testimone del Cristo, una Presenza che c’è, ma non ancora conosciuta; egli la percepisce prima di altri, già nel grembo della madre.

La testimonianza è fondamentale per ogni persona, in quanto molto di ciò che conosciamo e viviamo ci è stato trasmesso. Anche la fede in Gesù, a volte dipende dalla testimonianza di persone credenti che fanno desiderare “di incontrarlo, di conoscerlo”.

È interessante accostare questa figura singolare mettendo in evidenza alcune sue caratteristiche peculiari.

Il Battista è un profeta scomodo, come tutti i profeti, che sono persone libere, non sottomesse a poteri umani, che nei “deserti” della vita, “gridano” la Verità, la Giustizia, la presenza del Vero Amore; che non attirano a sé, ma a Dio.

Giovanni Battista risveglia il desiderio di vita. Non si adegua all’esistente, è aperto alla novità, all’inedito; addita la luce che è presente, allora come oggi, adombrata da egoismi, interessi, da relazioni possessive, dall’incapacità di volere il Bene dell’altro/a. 

Diventa testimone, non chi pensa di dover prima eliminare il male dentro e intorno a sé, ma chi permette all’amore di Dio di raggiungerlo nel buio della sua vita; e nel buio della paura ricorda che Dio può rischiarare qualsiasi tenebra! Questa esperienza fonda la gioia.

Giovanni Battista è inviato da Dio per testimoniare la luce, ma appare strano, agli occhi dei giudei (ai capi religiosi, non al popolo); non comprendono chi sia, come si definisce rispetto all’attesa messianica e mandano sacerdoti e levìti ad interrogarlo: “Tu chi sei?”

Risponde con tre no: non è il Messia atteso, non è Elia, non è il Profeta ultimo e definitivo.

Per l’insistenza degli inviati, Giovanni dichiara di essere «voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore».

Invita a raddrizzare, non solo a preparare la via del Signore, cioè a togliere gli ostacoli che impediscono alle persone di cogliere l’amore di Dio.

Giovanni ha grande successo, molte persone vanno a farsi battezzare. Offre un battesimo per la conversione; non si ferma al successo perché sa di essere solo il segno di Qualcuno più grande. Non si sentiva un dio, ma colui che crea le condizioni affinché Dio sia riconosciuto.

La nostra vita, per quanto semplice e limitata può acquistare un valore infinito, se toglie, anche solo un sassolino dalla strada per appianare la via alla venuta del Signore nel cuore di un fratello, di una sorella. 

sr Annamaria Confente

Un testimone che non orienta a sé, ma alla Luce  

La terza domenica di avvento, detta ”Gaudete”, invita a gioire per l’imminente venuta del Verbo di Dio.

La liturgia propone Giovanni Battista come testimone del Cristo, una Presenza che c’è, ma non ancora conosciuta; egli la percepisce prima di altri, già nel grembo della madre.

La testimonianza è fondamentale per ogni persona, in quanto molto di ciò che conosciamo e viviamo ci è stato trasmesso. Anche la fede in Gesù, a volte dipende dalla testimonianza di persone credenti che fanno desiderare “di incontrarlo, di conoscerlo”.

È interessante accostare questa figura singolare mettendo in evidenza alcune sue caratteristiche peculiari.

Il Battista è un profeta scomodo, come tutti i profeti, che sono persone libere, non sottomesse a poteri umani, che nei “deserti” della vita, “gridano” la Verità, la Giustizia, la presenza del Vero Amore; che non attirano a sé, ma a Dio.

Giovanni Battista risveglia il desiderio di vita. Non si adegua all’esistente, è aperto alla novità, all’inedito; addita la luce che è presente, allora come oggi, adombrata da egoismi, interessi, da relazioni possessive, dall’incapacità di volere il Bene dell’altro/a. 

Diventa testimone, non chi pensa di dover prima eliminare il male dentro e intorno a sé, ma chi permette all’amore di Dio di raggiungerlo nel buio della sua vita; e nel buio della paura ricorda che Dio può rischiarare qualsiasi tenebra! Questa esperienza fonda la gioia.

Giovanni Battista è inviato da Dio per testimoniare la luce, ma appare strano, agli occhi dei giudei (ai capi religiosi, non al popolo); non comprendono chi sia, come si definisce rispetto all’attesa messianica e mandano sacerdoti e levìti ad interrogarlo: “Tu chi sei?”

Risponde con tre no: non è il Messia atteso, non è Elia, non è il Profeta ultimo e definitivo.

Per l’insistenza degli inviati, Giovanni dichiara di essere «voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore».

Invita a raddrizzare, non solo a preparare la via del Signore, cioè a togliere gli ostacoli che impediscono alle persone di cogliere l’amore di Dio.

Giovanni ha grande successo, molte persone vanno a farsi battezzare. Offre un battesimo per la conversione; non si ferma al successo perché sa di essere solo il segno di Qualcuno più grande. Non si sentiva un dio, ma colui che crea le condizioni affinché Dio sia riconosciuto.

La nostra vita, per quanto semplice e limitata può acquistare un valore infinito, se toglie, anche solo un sassolino dalla strada per appianare la via alla venuta del Signore nel cuore di un fratello, di una sorella. 

sr Annamaria Confente

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