In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, Presenza Donna ha contribuito ad organizzare anche la veglia di preghiera “Morire di speranza”, che ha avuto luogo il 23 giugno 2016 presso la chiesa di S. Bertilla a Vicenza.
Una veglia ecumenica, proposta in collaborazione con la Chiesa Evangelico-Metodista, Migrantes e Centro Astalli Vicenza, per fare memoria di quanti e quante hanno perso la vita cercando di raggiungere l’Europa.
“Un’iniziativa in cui raccogliamo le nostre mani per ritrovare nuove energie per l’impegno nella quotidianità”, sottolinea William Jourdan, pastore della Chiesa Evangelico-Metodista di Vicenza. “Una dimensione importante per noi credenti che mostra le due facce della stessa medaglia dell’attenzione nei confronti di richiedenti asilo e migranti in generale: da un lato l’importanza di un impegno quotidiano che si esprime in modi differenti e dall’altro la meditazione biblica, possibilmente corale, portata avanti insieme dalle diverse confessioni cristiane. Credo sia importante come cristiani riunirsi nella preghiera comune, sapendo pregare, se non sempre con gli altri, per gli altri. La preghiera non conosce barriere”.
Canti, testimonianze, invocazioni, silenzio, ascolto della Parola guidati soprattutto dal brano di Ef 2,11-22. E poi un forte gesto simbolico raccontato anche dalle foto, con il muro che grazie al contributo di tutti viene abbattuto, e gli stessi mattoni che lo componevano diventano ora corridoio sicuro per chi migra. Insieme, e partendo anche dalla preghiera comune, è possibile abbattere muri per costruire nuovi ponti, per contribuire affinché venga concessa un’accoglienza dignitosa a donne e uomini migranti, ai profughi e a chi cerca asilo in Europa.
Dalla preghiera conclusiva
Signore, portiamo dinnanzi a te il pianto e lo strazio delle madri di questo mondo, che attendono notizie dai loro figli scomparsi nel mare, nel deserto, nell’incertezza: rifugiati – donne, uomini e bambini – provenienti dalle zone di guerra di questo mondo, che fuggono dalla fame e dalla povertà, nella speranza di una vita migliore e più sicura.
Signore, portiamo dinnanzi a te la nostra vergogna, per esserci voltati e per essere rimasti in silenzio. Abbiamo abbastanza cibo nel nostro continente e non ci rendiamo conto di causare la fame. Siamo insaziabili e non comprendiamo che ciò sia la causa di molte guerre. Rimaniamo in silenzio laddove dovremmo agire.
Signore, portiamo noi stessi dinnanzi a te: donaci la forza di testimoniare il tuo amore anche a quanti soffrono tra i tuoi figli, a quanti sono in cammino verso di noi, ai nostri confini, nei campi per rifugiati, a quanti hanno affrontato e affrontano i pericoli quotidiani dell’esistenza, a quanti piangono i loro morti.
A cura di Enrico Zarpellon