Dal 31 maggio al 2 giugno abbiamo camminato in una “terra dove scorrono latte e miele”, accompagnati per mano dalla Biblista Antonella Anghinoni, grazie al week-end di spiritualità biblica organizzato dalle Suore Orsoline SCM presso Villa Giovanna a Gallio che ha permesso a noi fedeli di aprire la mente e il cuore alla Parola di Dio dedicandoci completamente all’ascolto delle Sacre Scritture.
In particolare, in questa prima tappa del nostro percorso ci siamo immersi nel mondo del miele.
La prima serata è stata dedicata ad introdurre il tema del miele nelle Scritture, e già il titolo ci ha immerso in una dolce atmosfera: “Il miele: dono di Dio”. Antonella ha spiegato il significato della terra nell’Antico Testamento, indicandoci in particolare che la “terra dove scorrono latte e miele” per la Bibbia è simbolo di un’eredità da ricevere, una patria da abitare, un’alleanza da rispettare: terra promessa ad Abramo, sperata e attesa da Mosè, conquistata da Giosuè, perduta nell’esilio, ritrovata al tempo di Ciro, poi di Esdra e Neemia, di nuovo perduta nei primi secoli dell’era cristiana. Anche nel Nuovo Testamento si parla di terra: per Gesù la terra è il simbolo del Regno di cui egli annuncia la venuta: “Beati i miti perché avranno in eredità la terra”. Il miele, invece, nella Bibbia è un alimento importante che fortifica e cura. Nelle Scritture è citato molte volte, ad esempio: la manna scesa dal cielo aveva il sapore di una focaccia con miele; Gionata, esausto, dopo aver mangiato il miele riprende le forze; l’Emmanuele mangerà panna e miele. Nei Salmi il miele è simbolo della dolcezza dei giudizi di Dio e della fedeltà misericordiosa di Dio pronto a nutrire con miele di roccia il popolo peccatore che ritorna a Lui. E ancora, è citato nel Libro dei Proverbi, nel Cantico dei Cantici, nel libro del profeta Isaia e del profeta Ezechiele e in molti altri passi.
Nei giorni successivi abbiamo approfondito alcune figure bibliche legate al mondo del miele e delle api: la profetessa Debora, il cui nome significa “ape”; Sansone, che aveva mangiato del miele trovato nella carcassa di un leone; e Giovanni Battista, che nel deserto si nutriva di locuste e miele selvatico. Ognuna di queste figure è stata importante, ha svolto una missione, ha lasciato un segno. Da ognuno di loro possiamo trarre degli insegnamenti preziosi per la nostra vita, capendo ancora una volta che studiare la Bibbia ci porta ad un continuo arricchimento.
In questi giorni tutto parlava di miele, a cominciare dalla preghiera del mattino, accompagnata da belle immagini di fiori, api e miele, che ci ha messo in ascolto dei diversi passi biblici dove si parla di questo delizioso alimento. Oltre a questo, c’è stato tempo anche per far visita all’azienda Rigoni di Asiago e per ascoltare un apicoltore della zona, esperienze interessanti che ci hanno fatto scoprire molte curiosità sull’origine e lavorazione del miele e sul prezioso lavoro delle api.
Ciò che ci è rimasto impresso nel cuore, e che la biblista e le suore ci hanno aiutato a sperimentare e comprendere, sono la dolcezza e la bontà di Dio. Un Dio che si prende cura di noi regalandoci quanto di meglio la natura possa offrire, un Dio che gioisce assieme a noi quando godiamo di questi beni. Nella vita di tutti i giorni, i momenti di preghiera e approfondimento biblico come questo sono importanti, sono nutrimento per la nostra anima, ci riportano all’essenziale e alle cose che ci fanno veramente bene. Ci fanno accorgere di quanto Dio faccia per noi, per gustarlo appieno e per lodare Lui e ringraziare Lui, fonte della vita.
Mauro Sadocco e Ilaria Sandrin