“…e Dio pose l’umanità nel giardino di Eden perché lo coltivasse e custodisse”.
La mancanza di una cultura del “custodire” la terra è preoccupante e porta a violare il “giardino” che Dio ci ha consegnato come un dono prezioso da coltivare, custodire e condividere.
Il Papa, nella sua omelia del 19 marzo 2013, data d’inizio del suo ministero petrino, ci ha esortato: “La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”.
E nel numero 215 di Evangelii Gaudium papa Francesco scrive: “Come esseri umani, non siamo meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni”.
La responsabilità verso la propria terra è una coscienza da risvegliare ovunque, anche qui in terra crotonese dove molta gente è demotivata e delusa, dove molti, troppi giovani hanno perso la capacità di sognare, di progettare un futuro diverso, che li veda protagonisti nel proprio territorio. Troppo spesso infatti, di questa Terra viene narrato solo il lato spinoso e arido.
Così “BET JOSEPH” (un gruppo di volontariato promosso dalla Comunità delle Suore Orsoline “Ancilla Domini”) e i giovani Rover e Scolte dell’AGESCI Crotone 8?º hanno deciso di dar vita ad un orto solidale cittadino. Insieme per coltivare un sogno ad occhi aperti! Tutti insieme per coltivare il seme di un futuro migliore che cresce sotto il sole radioso della Parola.
Coltivare, custodire, con-dividere:è l’idea forza che sta guidando questo manipolo di coraggiosi pionieri.
Abbiamo iniziato ad esercitarci in questa avventura dissodando un piccolo appezzamento di terra messo a disposizione dalla Parrocchia di S. Paolo per farne un orto sinergico. Dopo aver “imparato” a coltivarlo, il “so-gno”, è quello di estendere l’interesse per questo tipo di coltivazione e diffonderne la cultura coltivando altri appezzamenti di terreno incolti esistenti nel territorio crotonese.
Una “scelta di coraggio” che i giovani Scout del Clan di Crotone hanno voluto fare partecipando, nell’estate del 2014, alla Route Nazionale a S. Rossore.
Lasciamo la parola ad alcuni di loro:
“Noi, scout del gruppo KR 8?º, quest’estate abbiamo partecipato insieme ad altri 30.000 ragazzi, ad un raduno nazionale a S. Rossore il cui tema principale era il coraggio sviluppato in diversi ambiti.
Come gruppo, l’anno scorso, avevamo scelto di sviluppare il tema nella prospettiva del coraggio di farsi ultimi perché è quello che sentiamo più vicino alla nostra realtà territoriale. La nostra città infatti, da qualche anno ormai è diventata un luogo di frontiera, dove etnie, religioni, lingue, si mischiano e le loro voci salgono dai bassifondi per cercare di raccontare quelle situazioni impossibili, al limite della dignità umana, fatte di stenti, sofferenza e di agonia. Ecco, noi abbiamo SCELTO di volgere lo sguardo verso questi spaccati di vita e abbiamo deciso di fare qualcosa rimboccandoci le maniche. Al termine di questo percorso, che ci ha visti impegnati concretamente durante l’anno nelle realtà più difficili della nostra città, abbiamo deciso di fare “un passo un po’ più grande” e da qui è nata l’idea dell’orto solidale sinergico.
L’obiettivo è quello di coinvolgere in questo impegno altri giovani che vogliano impegnarsi in questo ambito insieme ad immigrati e donne in difficoltà che troveranno nell’orto solidale sostentamento per la loro famiglia.
“Sporcarci le mani” insieme, affezionarci all’orto creandoun’unica grande squadra, è la nostra ambizione. I frutti del raccolto saranno devoluti alle persone che avranno condiviso con noi il lavoro. In questo modo non si tratterà di fare loro una semplice “offerta” ma il raccolto sarà frutto del loro stesso lavoro.
Ci siamo già messi all’opera entusiasti e pieni di speranza: la più grande di tutte è sicuramente quella di riuscire in questo primo esperimento, in modo da essere d’esempio per chiunque voglia in futuro portare avanti questa iniziativa”.
Con essa vorremmo contribuire a
– creare una cultura del “prendersi cura” del proprio territorio ritornando alla terra;
– estendere la sensibilizzazione e la formazione anche nelle scuole;
– entrare nella storia delle nostre radici territoriali, riscoprendo con autenticità e passione questa semplice ed umile pratica, che un tempo era fonte di sostentamento per tutti i nostri nonni!
Un manipolo di coraggiosi che vogliono sognare insieme puntando sulle forze positive presenti nel territorio sulla falsariga del messaggio della CEIper la 9ª Giornata per la custodia del creato. In esso leggiamo: “Oggi, la coscienza ecologica è in consolante crescita, ovunque. Anche con dolorose contrapposizioni tra ambiente e lavoro. Specie nelle città industriali. Certo, proprio questa accresciuta consapevolezza del dono ricevuto da Dio ci spinge a garantire un ambiente sostenibile, per noi e per i nostri figli, nella gioia di godere della bellezza del giardino. Con una parola chiave: custodire.”
E noi aggiungiamo DISTRIBUIRE perché la terra è di tutti e tutti hanno il diritto di goderne.
Davide, Giovanni, Alessia, Mariateresa, Miriam, Francesca, Roberta, Mara, Vincenzo, Pierpaolo, Raffaele, Fortunato, Francesco