LA SPERANZA NELLA CONDIZIONE DI FRAGILITA’
Come operatrice volontaria del Servizio Civile Universale nella sede di Presenza Donna, che sto svolgendo da casa a seguito della normativa per limitare il diffondersi del coronavirus, vorrei esprimere una breve riflessione su questa situazione di grande emergenza virale che ci sta coinvolgendo tutti. Una pandemia che già da un mese (oggi è il 26 marzo 2020) in modo fugace e inaspettato si è introdotta nelle nostre vite stravolgendo le nostre abitudini, le nostre attività e le nostre relazioni. Le riflessioni giungono dalla lettura illuminante del libro dello psichiatra e docente Eugenio Borgna, La fragilità che è in noi (2014). L’autore conduce abilmente il lettore in una profonda riflessione sulla fragilità che ci accomuna in quanto esseri umani, che vive dentro di noi e che risiede nelle nostre vite. Per esempio la fragilità della malattia, delle emozioni e delle relazioni che ci portano alla consapevolezza della precarietà della nostra esistenza, ma anche della sua intrinseca ricchezza e preziosità.La fragilità di cui parla Borgna non è sinonimo di debolezza, ma è l’indice della nostra finitezza che ci ricorda che non possiamo pretendere di controllare sempre ciò che ci accade. Ciò, tuttavia, non significa guardare le disgrazie del mondo con rassegnazione e senso di impotenza. Perché nella tragicità di questo momento che sta causando la perdita di familiari, la paura, la sofferenza e la solitudine possiamo fare qualcosa, anche se piccola. Possiamo aiutare con un piccolo gesto, anche se fatto da lontano, come una telefonata, un messaggio di vicinanza. Abbiamo la possibilità di fare le cose in un’ottica diversa trovando un senso a questo momento di grande tensione.
Restare a casa non è solo un modo per tutelare gli altri e se stessi di fronte alla possibilità del contagio, ma può diventare un momento per prendersi del tempo, rallentare i propri ritmi e ripensare alle cose davvero importanti della nostra vita, la salute e le relazioni. La nostra esistenza è fragile perché ce ne dobbiamo prendere cura, dobbiamo nutrirla giorno dopo giorno con la bellezza e la profondità del nostro sentire interiore.
Daniela Bicego