Alla guida della celebrazione c’è il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, che nella sua terra vicentina porta tutta l’attenzione mondiale di papa Francesco e la sua personale apertura al mondo, alle relazioni di pace, alle certosine tessiture di relazioni diplomatiche perché la famiglia umana possa vivere nella giustizia e nella fraternità, sapendo che le vie sono oscure e i venti contrari soffiano forte, ma sempre meno della forza di unità dello Spirito che ancora aleggia sulla creazione.
C’è un clima di semplice fraternità che rinvigorisce le relazioni di una comunità cristiana rappresentata da molti fedeli laici e laiche delle 19 comunità dove sono presenti le suore Orsoline in Italia, Brasile e Mozambico, con una significativa presenza della Fraternità laicale del Brasile, del gruppo di condivisione del carisma di Breganze, della parrocchia di san Paolo di Crotone, dei gruppi Am.Or e della famiglia dei Meneghini, partiti da quel colle di Enego di cui erano originari i genitori di Giovanna.
Accanto a “don Piero”, come lo chiamano affettuosamente molte persone, molti amici preti con don Giacomo Prandina, arciprete di Breganze. Porta il saluto della chiesa vicentina mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, che con mons. Francesco Biasin, vescovo della diocesi brasiliana di Volta Redonda in cui è presente una comunità orsolina, testimoniano la vicinanza di una chiesa che si lascia animare dalla santità quotidiana di donne e uomini vissuti nella semplicità e sono diventati “mistici del quotidiano”, come madre Giovanna, ricordata dal vescovo Beniamino come un grano «di quel lungo e variegato rosario di santità della chiesa vicentina, legata nel contempo al filo d’oro che tesse la santità della chiesa universale».
Sr. Maria Luisa Bertuzzo fa emergere il volto plurale dell’assemblea, ringraziando il Signore per l’eredità di Giovanna che anima ancor oggi una congregazione che continua a guardare al futuro nell’azione per la gloria di Dio, con quella speranza che viene dalla vicinanza ai poveri, dall’immersione in quel popolo che trova in Dio rifugio e orizzonte di vita, guardando al bene possibile che insieme si può costruire.
Di madre Giovanna il cardinale Parolin ha ricordato «la eroicità delle virtù degna di essere ammirata e soprattutto imitata», indicando come elemento di grande attualità il suo modo di «realizzare la vittoria sulle forze negative del male attraverso un servizio autenticamente evangelico alle donne, rendendole protagoniste di liberazione e di evangelizzazione». Leggendo con sapienza i testi della Parola di Dio, mons. Parolin ha suggerito come «l’eredità di madre Giovanna alle sue figlie e a tutti noi» stia nella capacità di «cogliere il valore di ogni attimo: ogni attimo è seme di eternità se vissuto con amore e per amore perché solo l’amore dà sostanza alla vita. È solo l’amore che ci permette di vincere le forze oscure del male e fare del mondo un anticipo piccolo ma reale di Paradiso».
E il nostro cardinale sembra poi colloquiare amabilmente con Giovanna e le sue figlie, con le donne della chiesa universale che all’offertorio portano quei piccoli segni prodotti da cooperative che offrono la dignità del lavoro al mondo femminile.
Che madre Giovanna custodisca l’amabilità, la dolcezza e la forza missionaria della sua congregazione, perché nella chiesa si possano abitare le periferie dell’umanità, al seguito di Gesù Cristo, Servo del progetto d’amore del Padre per abbracciare il mondo con cuore grande.