Padre Mosè
Nel viaggio della disperazione il suo numero di telefono è l’ultima speranza
Mussie Zerai (con G. Carrisi), Giunti 2017, 222 pp.
Intervenuto a Vicenza in occasione della Giornata mondiale del rifugiato per portare il suo prezioso contributo sul problema della tratta nel Mediterraneo, Abba Mussie (alias Padre Mosè) racconta in questo libro il periodo della sua vita anteriore al 2010, anno in cui diventa sacerdote.
Prima giovane ed appassionato studente ad Asmara, dove viveva con l’amata nonna e i fratelli, poi, dal 1991, profugo a Roma: qui inizia gradualmente il suo percorso di coinvolgimento nella rete di aiuti e volontariato per l’accoglienza dei profughi. Avendo vissuto in prima persona il dramma della guerra, dell’esclusione e dell’abbandono, le pagine della sua vita restituiscono immagini forti e vivide delle tragedie consumate sui barconi durante l’esodo attraverso il Mediterraneo, nel traffico di esseri umani del Sinai, nelle prigioni libiche, nei rifugi abusivi della capitale romana. Padre Mosè diventa l’intermediario con le autorità internazionali, la voce dei profughi che interviene in prima persona per salvare più vittime: “l’unica ragione che mi spingeva ad andare avanti erano le centinaia di migliaia di migranti che avevano trovato la salvezza grazie al mio impegno. Duecentomila, o forse più, vite strappate da morte certa”.