Ma Gesù si avvicinò, ti toccò e disse: “Alzatevi e non temete”.
È importante che il racconto della Trasfigurazione di Gesù sia inserito subito dopo il suo primo annuncio della Passione e delle condizioni per seguirlo, cioè l’offerta d’amore della propria vita accettando le diverse croci che questo comporta.
Pietro, Giacomo e Giovanni vivono un’esperienza straordinaria, di quelle che cambiano la vita: la visione di Mosè, Elia e il volto “altro” di Gesù. Umanamente comprensibile che Pietro desideri rimanere così, tutti insieme, con Mosè che rappresenta la Legge del popolo, Elia il grande profeta e Gesù il maestro.
Ma la voce e l’indicazione di Dio è molto diversa: Gesù è l’amato. Lui è colui che deve essere ascoltato. C’è sì da cadere con la faccia a terra ed essere presi da grande timore come accade ai discepoli. Non è possibile tenere tutto, bisogna scegliere. Non la legge, se viene assolutizzata e si dimentica dei volti, dei corpi e delle difficoltà delle persone; non quella profezia che, come anche per Elia, spesso diventa potere forte e addirittura violenza, ma l’annuncio di Gesù, un annuncio di amore che mette in gioco la vita. C’è timore nell’alzare lo sguardo, nel vedere che è rimasto lui solo, nell’operare quella scelta, nel lasciare la vecchia strada e agire una conversione, un cambiamento.
Ma Gesù tocca i nostri corpi, ci aiuta a rialzarci, a risorgere; tocca la nostra paura e ci ripete ogni giorno: “Non temere!”.