Sant’Angela, guida nel discernimento spirituale

06
Ott

A partire dall’esempio di sant’Angela Merici, una riflessione sulle sfide per l’oggi

“Parlare di discernimento – papa Francesco lo fa a ogni piè sospinto – significa mettere a tema le occasioni o gli ambiti in cui sperimentiamo il dubbio, l’incertezza, la fatica di capire qual è a cosa giusta da fare, la direzione verso cui muovere il prossimo passo, che si tratti delle grandi decisioni della vita o delle tante opzioni che orientano il nostro stile di vita”, scrive p. Giacomo Costa s.j. nel suo testo Il discernimento. Discernere richiede quindi pazienza, coraggio e apertura allo Spirito, aspetti che la tradizione della chiesa consegna alla pratica dell’accompagnamento mediante una guida spirituale. Considerato inizialmente un esercizio riservato a chi sceglieva la vita religiosa, è solo a partire dal XIII secolo che viene rivolta anche a persone laiche. Questa apertura permette di assistere ad un’altra evoluzione, in quanto iniziano ad assumere il ruolo di guide spirituali anche persone spinte da un impulso carismatico. Ricordiamo la mistica poetessa fiamminga Hadewijch († 1240ca.) e la terziaria domenicana, dottore della chiesa, santa Caterina da Siena († 1380).

Qualche secolo dopo, si inserisce in questo filone sant’Angela Merici (1474ca.-1540), fondatrice della Compagnia di sant’Orsola. Fin dalla giovane età dimostra una particolare capacità di ascolto insieme al saper donare una parola di consiglio a quante/i incontra nel quotidiano. Con il maturare degli anni, Angela riceve le confidenze delle più svariate tipologie di persone; scrivono le fonti: “alla di lei casa, soggetti di ogni rango concorrevano come ad un oracolo di Dio, per consiglio, consolazione, e per aiuto nelli loro bisogni; e vi trovavano nelle sue parole tutto quanto il conforto e sollievo che bramavano”. Si porta l’esperienza di Stefano Bertazuolo, un giovane nobile, studente di legge a Padova: nell’osservar la beata il portamento bizzarro di detto giovane […] si pose a farli una correzione ben seria; e colle sue efficaci ed infuocate parole talmente lo compunse, che lo fé risolvere a mutar vita ed abbracciare lo stato ecclesiastico, […] e ordinandosi sacerdote, menò sino all’ultimo de’ suoi giorni una vita virtuosa”. La parola sapiente di Angela si radica nella Sacra Scrittura: “ebbe di più la beata il dono della scienza infusa, in virtù di cui seppe speditamente leggere, senz’aver imparato; ed arrivò non solo di intendere il latino, ma di più a capire e spiegare la sacra scrittura con stupore delle persone dotte, che frequentavano la di lei casa”. L’essere totalmente radicata in Cristo e nella sua Parola rende Angela capace di ascolto autentico, trovando per ciascuna persona una parola profonda e feconda, a volte dura, e così essere guida nel discernimento spirituale.

Ieri come oggi, aprirsi al dialogo con una guida, alla luce dello Spirito Santo, in ascolto della Parola è un’occasione preziosa per approfondire la ricerca di senso della propria vita, e per orientare le proprie scelte. Tuttavia, le provocazioni a questo processo non mancano. In particolare, oggi la secolarizzazione non lascia molto spazio all’ascolto della propria coscienza (luogo del discernimento), con l’aiuto di un’altra persona (la guida) e alla presenza di una realtà trascendente (lo Spirito). Inoltre, l’individualismo chiude l’essere umano in se stesso, accrescendo situazioni di solitudine e generando dinamiche di desolazione. Confidando in una guida spirituale, queste “notti” possono essere attraversate per riscoprire i propri desideri, la propria libertà interiore e le proprie attitudini, in modo da orientarsi verso scelte concrete, coraggiose e luminose. Per fare ciò occorre andare contro la mentalità attuale del “tutto e subito”. Questo tipo di cammino, infatti, necessita di passi progressivi, di disciplina e non si può prevedere la sua durata. Pertanto, molte persone che iniziano un percorso di accompagnamento risultano essere incostanti, incapaci di portare a termine quanto iniziato e frettolose nel voler vedere dei risultati. Questo tipo di approccio toglie respiro ai tempi dello Spirito, molto diversi dai nostri ritmi di vita. Rappresenta pure un limite riuscire a trovare delle persone preparate, che offrano il proprio tempo per il servizio di guida. I ritmi incalzanti della vita scoraggiano a dedicare del tempo al dialogo spirituale, e talvolta le richieste di accompagnamento vengono declinate. Difficile è anche ritrovare la dimensione comunitaria del discernimento, per compiere scelte e delineare uno stile ecclesiale. Queste (e altre) provocazioni, tuttavia, non vanno intese come ostacoli, ma come sfide che permettono anche al nostro tempo di ritrovare “il gusto” della pratica dell’accompagnamento nel discernimento spirituale. Perché “una volta provato, questo gusto resta impresso nella profondità della persona e stimola il desiderio di provarlo ancora, diventando un prezioso strumento per valutare la bontà delle scelte e una riserva di energie a cui attingere per confermare l’impegno di fronte alle inevitabili difficoltà e sconfitte” (p. Giacomo Costa s.j.).

sr Elisa Panato