Il presbiterio è di forma rotonda, a ricordare la medaglietta di san Giuseppe che madre Giovanna aveva lanciato su questo terreno su cui sorge la casa madre, perché il “grande patriarca” la aiutasse nell’ acquisto di quel terreno su cui lei vedeva già sorgere la “bianca casetta” dove le sorelle avrebbero potuto vivere in castità, povertà e obbedienza sulla via del Signore. E di forma rotonda è anche il medaglione di ulivo del quale subito si nota una lunga strada, che esce addirittura dal cerchio: è la strada del Signore, preparata da secoli di fede e che si estende anche nel futuro, e richiama la nostra attenzione per la sua poderosa consistenza. Paul Moroder, l’artista scultore che ha lavorato questo splendido legno, ha interpretato con sapienza e creatività le parole di Giovanna che dicono una fede semplice e ricca di intuizioni.
Nella celebrazione della messa presieduta da mons. Francesco Gasparini è stato bello vedere lo stupore dei tanti fedeli che sono stati sorpresi di vedere l’opera che li accoglieva e che ora accompagnerà la preghiera nella cappella di casa madre: gli sguardi si volgevano spesso al medaglione di san Giuseppe, provocati dalla Parola del giorno di Giovanni 12,20-33 a contemplare quel Gesù che dalla domanda di conoscenza da parte dei greci, dei pagani del tempo, comprende che è giunta la sua Ora: come il chicco di grano, dare la vita per tutti. È la via del seme che muore, la lunga via che emerge da quel medaglione di ulivo, la lunga via che porta alla croce, dalla quale il Signore Gesù attirerà tutti a sé. La via della logica del dono di sé «che non è la logica dei signori “io” e delle signore “io”, concentrati tutti su di sé ” dice don Francesco- che è logica del mondo, non quella di Gesù».
Sarà importante allora che come popolo di Dio riusciamo a intravvedere e percorrere questa strada tracciata dal Signore Gesù: un popolo composto di uomini e donne, suore, laici e preti, che nel medaglione emergono in gruppo, appena delineati, a simboleggiare i credenti che si mettono sulla scia del Signore, alla sua sequela.
Sr. Maria Luisa Bertuzzo ha ricordato, prima della benedizione del medaglione, come «noi Suore Orsoline desideravamo da tempo avere in chiesa un’immagine del Santo ed ora siamo particolarmente contente di aver realizzato questo nella ricorrenza dei centenari di madre Giovanna, perché nei suoi Scritti è ricorrente la devozione e l’affidamento a questo santo (…). Ora don Francesco benedirà questo medaglione, che ricorda la medaglietta fatta volare nel 1904, siamo alla vigilia della festa di san Giuseppe, ma ci riserveremo di dedicare un momento prolungato il primo maggio prossimo con la presenza dell’artista che ha realizzato l’opera. Ci accompagnino le parole di madre Giovanna che abbiamo voluto scritte nel medaglione: san Giuseppe, nostro Maestro nella via del Signore!».
Nella preghiera comune ci siamo affidati al Signore Gesù, per intercessione
di san Giuseppe, umile e mite servo di Dio:
Lode a te, Giuseppe di Nazareth,
Servo di Dio umile e mite,
che hai assunto i disegni misteriosi del Padre
con perfetta abnegazione di te stesso.
Chiamato dal Cielo a proteggere
con verginale tenerezza Maria,
tua sposa, prescelta dallo Spirito,
tu hai accolto nella fede
il grande mistero
della sua maternità e ti sei avviato,
uomo giusto e fedele,
al più intimo e totale sacrificio di te stesso.
Così hai meritato di vivere,
nel silenzio e nel nascondimento di Nazareth,
un’ineffabile comunione
di vita e d’amore con Gesù, Verbo incarnato.
Alla scuola di Madre Giovanna,
che ti ha amato e prediletto per la tua intimità
con Gesù e con la Vergine Maria,
noi sappiamo che tu
ci sarai sempre provvido sostegno ed amico
in ogni nostra necessità.
Per questa fede nell’amore
con il quale Gesù ti ama e ti ascolta,
mite e potente Servo del Signore,
invochiamo oggi con fiducia
il tuo aiuto e la tua protezione. Amen
Per una riflessione sulla maschilità a partire dal pesniero di papa Francesco,
si legga il bell’articolo di Fabio Colagrande sul Regno delle Donne