Razionalmente possiamo dire, in questo Sabato Santo, che il cammino più importante nei momenti di difficoltà e nei dolori profondi della vita è ‘guarire’. C’è però un’intelligenza d’amore, nel nostro corpo di donne, di terra e di uomini cospiratori che respirano questo stesso respiro, che è il nostro respiro di donne e di terra. E questo respiro dice, alla nostra interiorità, che nei momenti di difficoltà, e nei dolori profondi della vita, la via più importante è il prendersi cura, l’azione umile e quotidiana del curare, occuparsi dell’altro. Dove ci sono le donne, c’é anche l’uomo; sulla croce di Gesù, all’ultimo respiro di Gesù, martirizzato dal potere dell’impero e del tempio. Quest’uomo è Giuseppe d’Arimatea. Era l’uomo del sacerdozio, faceva parte del sinedrio, del gruppo dei dodici sacerdoti. Giuseppe d’Arimatea, invece, cospirava, respirava lo stesso respiro d’amore e di dolore delle donne. Alla crocifissione di Gesù di Nazareth, il Cristo, Giuseppe prende coraggio, per la pratica della cura del corpo, fatto tutto di carne, nell’anima di Gesù martirizzato. Giuseppe, Maria Maddalena e, nella loro sorellanza, le donne, si prendono cura della carne morta di Gesù crocifisso. La cura richiede coraggio e tempo. Non solo del tempo del calendario, ma soprattutto del Kairos, della fedeltà, del desiderio, in ricordo del lunario della tredicesima luna, della liberazione e della Pasqua. La luna che accompagna il cielo in queste notti. Richiedere il corpo martirizzato di Gesù, calare il crocifisso dalla croce, prendersi cura della carne, tutta intessuta dall’anima, e avvolgere questa carne in un panno di lino, è la pratica del prendersi cura dell’uomo cospiratore, che è Giuseppe di Arimatea, l’altro modo di essere sacerdote, nel mondo. E preparando balsami, oli, erbe, respirando, sussurrare parole di insistenza sull’amore, sulla fede, nella speranza, nella benedizione: insistenza, resistenza delle donne, nel sussurro dell’umile richiesta di risurrezione. Crediamo nella risurrezione di Gesù il Cristo, con Gesù il Cristo e in Gesù il Cristo. Amen e continuiamo ad amare.
Maria Soave Buscemi