Si è svolto domenica 6 Aprile a Breganze l’incontro annuale degli amici delle Missioni delle Suore Orsoline scm. Si tratta ormai di un appuntamento consueto per tutti coloro che come singoli, famiglie o gruppi, in vari modi sono interessati, simpatizzano o anche sostengono concretamente tali realtà in Brasile e Mozambico.
Lo scopo di questi appuntamenti, che si rivolgono ad una platea eterogenea, ma sempre attenta e numerosa, è in una cornice festosa, di aggiornare sulle attività delle Missioni e di approfondire delle tematiche inerenti le stesse e più in generale la mondialità, ponendosi sempre in un’ottica di confronto alla pari fra realtà e culture diverse. Tali fasi sono sempre ispirate da un momento di riflessione su un brano del Vangelo, che in quest’ultima occasione ha trattato le Beatitudini e in particolare beato chi ha fame e sete di giustizia. L’incontro è stato preparato da un gruppo misto di Suore Orsoline e Laici, coordinati da suor Giannina, avvalendosi per l’animazione anche di gruppi parrocchiali di giovani. La modalità di organizzazione, come negli anni scorsi, è quella utilizzata nelle Comunità di base brasiliane, che prevede tre fasi: Vedere, Valutare e Agire. Titolo dell’incontro di quest’anno è stato “Roraima chiama Italia”, poiché è stata ampiamente presentata la situazione di tale Stato, uno dei 27 che compongono l’immensa “Repùblica Federativa do Brasil”. A Boa Vista, capitale dello Stato di Roraima, infatti da poco è stata aperta una nuova Comunità di Suore Orsoline. Nella prima fase si è approfondita la situazione di Roraima, ben diversa da quella delle altre tre Missioni brasiliane (Volta Redonda, Cachoeiro e Rebeiraò das Neves), che si trovano tutte nel Sud-Est, che è la regione più popolata, industrializzata e urbanizzata del Brasile. Roraima invece è lo Stato più a nord del Brasile, ha un’estensione non molto inferiore a quella dell’Italia ed il suo territorio è in gran parte ricoperto dalla foresta amazzonica. La sua popolazione, soltanto 392.000 abitanti (censimento del 2005) è costituita per il 10% da indios di varie tribù, gli unici veri roraimensi; ma è in continua crescita, in quanto il restante 90% sono immigrati da altri Stati brasiliani, soprattutto del Nord-Est, come il Maranhão, Piauì e Cearà, che continuano ad arrivare. Si tratta di contadini analfabeti e disperati che tentano la fortuna nella foresta, disboscando e poi coltivando piccoli appezzamenti, cercando oro o lavorando nell’industria del legname. Quasi sempre però non ce la fanno, quindi si trasferiscono in città, a vivere nelle favelas, alimentando problemi come disoccupazione, alcolismo, e droga, che generano tanta violenza soprattutto verso le donne. Davide Stevan |
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Roraima è ricca di foreste con legname pregiato; nel sottosuolo: oro, uranio, petrolio. Per estrarre l’oro viene utilizzato il mercurio che inquina l’acqua ed è tossico per i pesci, che sono il sostentamento primario per gli indios. Con l’oro e il petrolio è arrivato lo sfruttamento dell’ “uomo bianco”, infatti il 70% della popolazione di Roraima non è autoctono. Altra conseguenza: lo Stato ha creato basi militari per la difesa dello Stato Federale; in realtà è per controllare il territorio. Questo ha portato ad incrementare la rete di prostituzione con conseguente aumento di malattie veneree, AIDS e fenomeni di alcolismo. Il dialogo tra culture – tra Roraima e la nostra – impone una visione non di sfruttamento, ma di equilibrato utilizzo delle risorse. |
Da questa base (e come amici delle missioni orsoline) osserviamo le analogie tra le nostre bandiere.
La bandiera di Roraima si compone in questo modo:
Triangolo blu: simbolo di acqua e cielo. Per noi deriva l’impegno di mantenere l’acqua pura, evitando gli sprechi, e l’aria pulita evitando l’inquinamento.
Triangolo verde: simbolo delle foreste – risorse di legname pregiato. Anche nella nostra bandiera il verde è simbolo di montagne – colline – pianure. L’impegno per noi è di rispettare la natura con azioni concrete, come la raccolta differenziata.
Triangolo bianco: simbolo di pace e concordia. Equivale al bianco della nostra bandiera. Per noi l’impegno è quello di coltivare il dialogo con i vicini e i lontani.
Stella gialla. Simbolo dell’oro e della ricchezza del sottosuolo.
Nella nostra bandiera c’è un simbolo simile che rappresenta il lavoro. Per noi l’impegno di utilizzare le risorse in modo consapevole, per non favorire nessuna forma di sfruttamento.
Linea rossa: simbolo della linea dell’equatore. Per noi simbolo di unione e impegno a mantenere un filo di contatto e speranza tra le nostre realtà.
Un amico missionario diceva che, in ogni angolo del mondo, guardando in alto si vede sempre lo stesso cielo.
Luciano Vezzaro