Sfogliamo le prime pagine di Vita Nuova 2020 con i colori dell’Amazzonia che ci accompagneranno per tutto l’anno, in comunione particolare con la grande comunità indigena e tutti i popoli che la compongono, comprese le nostre consorelle che a Boa Vista, in Roraima, vivono e operano a contatto con queste genti!
Un sinodo importante, come quello celebrato lo scorso anno, non può essere archiviato in fretta, né dimenticate le indicazioni che da esso sono venute per tutti, sia con il documento finale – che indica, tra l’altro, le quattro conversioni per la Chiesa – sia con l’esortazione post-sinodale Querida Amazonia, che tanto fa discutere per alcune tematiche. In quest’ultima il papa scrive: “Non svilupperò qui tutte le questioni abbondantemente esposte nel documento conclusivo”. Proprio quel documento è un pilastro orientativo dal quale attingeremo; in esso troviamo l’invito alle quattro conversioni: culturale, ecologica, pastorale e sinodale. La conversione, il cambiamento di rotta, è fortemente accentuata in esso, e noi vogliamo declinare il tema seguendo i temi del sinodo come piste di lavoro: dal tema ecologico al volto di chiesa che verrà, dalla pace al magistero di papa Francesco, sempre accompagnati dall’ottica specifica di genere. Ecco il perno dei quattro numeri 2020 di Vita Nuova!
In questo primo numero affrontiamo la conversione culturale e troviamo la vivace esuberanza di colori e profumi, perché “l’Amazzonia è terra di foreste e acqua, di terreni brulli e zone umide, di savane e catene montuose, ma soprattutto terra di innumerevoli popoli, molti dei quali millenari, abitanti ancestrali del territorio, popoli dai profumi antichi che continuano ad assicurare il loro aroma al Continente contro ogni forma di disperazione. La nostra conversione deve essere anche culturale, andando incontro all’altro, per imparare dall’altro” (DF 41). Non solo colori o profumi, ma incontro, scambio, creatività, vita arricchita dalla diversità culturale. Infatti “troviamo anche altri valori nei popoli originari quali la reciprocità, la solidarietà, il senso di comunità, l’uguaglianza, la famiglia, la loro organizzazione sociale e il senso del servizio” (DF 43).
Il medesimo pensiero continua nell’esortazione, dalla quale possiamo raccogliere gli insegnamenti della sapienza indigena: “i popoli originari dell’Amazzonia possiedono un forte senso comunitario. Essi vivono così «il lavoro, il riposo, le relazioni umane, i riti e le celebrazioni. Tutto è condiviso, gli spazi privati – tipici della modernità – sono minimi. La vita è un cammino comunitario dove i compiti e le responsabilità sono divisi e condivisi in funzione del bene comune. Non c’è posto per l’idea di un individuo distaccato dalla comunità o dal suo territorio»” (QA 20).
Ci è chiesta una conversione a 360 gradi, perché “la difesa della vita dell’Amazzonia e dei suoi popoli richiede una profonda conversione personale, sociale e strutturale. La Chiesa è inclusa in questa chiamata a disimparare, imparare e reimparare” (DF 81). In un mondo che crede di non aver più nulla da imparare e si ritrova poi annientato da un virus sconosciuto, questa è una sana conversione!
sr. Maria Luisa Bertuzzo