“Donne che avete intelletto d’Amore”, a 700 anni dalla morte di Dante Alighieri
“Deh, quando tu sarai tornato al mondo / e riposato de la lunga via / … ricordati di me, che son la Pia; / Siena mi fè, disfecemi Maremma: / salsi colui che
innanellata pria / disposando m’avea con la sua gemma”
(Purgatorio, V, 130-136).
(“Deh, quando sarai tornato sulla terra e ti sarai riposato dal lungo cammino, ricordati di me che sono la Pia; Siena mi ha dato la vita, la Maremma me l’ha tolta. Lo sa bene colui, che, sposandomi, prima mi aveva ornato il dito con il suo anello”)
Un sospiro, appena un sussurro. Una giovane donna si rivolge a Dante, esile, quasi timida. Siamo nel Purgatorio, fra i morti di morte violenta, che, in punto di morte, perdonando il loro assassino, hanno a loro volta ricevuto il perdono di Dio. Giovanissima, figlia di una delle famiglie più potenti di Siena, quella dei Tolomei, Pia viene data in sposa ad un signorotto della Maremma che di lì a poco, forse perché invaghito di un’altra o per infondata gelosia, la ucciderà. Un femminicidio, uno dei tanti che segna con un filo di sangue la storia delle donne. Ma Pia ha perdonato, non accusa, non serba odio e della sua vita ricorda, quasi rivivendolo come in sogno, il momento bello in cui il futuro sposo le mette al dito l’anello nuziale. Solo sei versi: e la figurina gentile di Pia si imprime nella mente del lettore. Fragile sì, vittima di una violenza impunita, ma capace, lei, di intuire la benevolenza e fragilità del pellegrino Dante che, con sofferenza e fatica, come lei sta intraprendendo la sua via di salvezza. Intuisce che è ferito e stanco nell’animo, che ha ancora davanti un lungo cammino per recuperare se stesso e, solo così, arrivare alla Luce divina. Un piccolo miracolo di empatia. Con poche delicate parole (“quando sarai riposato della lunga via”), con quella sottile sensibilità tutta femminile di comprendere col cuore, è lei a prendersi cura di lui. Solo dopo sussurra “ricordati di me”. E una finestra si apre al cuore di Dante: comprende la solitudine di Pia, la mancanza di qualcuno che si prenda cura di li lei, di qualcuno che, pregando, le accorci la via della purificazione. E discreta e gentile com’era apparsa, Pia scompare, lasciando in Dante un’immagine di femminilità fatta di grazia e cortesia, discrezione e riservatezza, dignità e intuizione.
Chiara Magaraggia