Angela Merici è straordinariamente vicina a noi, anzi alle donne di tutti i tempi per il coraggio di tentare vie nuove e per l’intuizione del valore della persona, della dignità della donna. Ha saputo coniugare queste istanze culturali con una proposta di vita consacrata della donna come sposa di Cristo, senza bisogno di chiudersi in un monastero, attraverso la Compagnia di sant’Orsola, che vuol essere ritorno alla santità delle origini della Chiesa e quindi al vangelo come regola di vita buona.
La sensibilità eccezionale di cui Angela è dotata, la orienta fin dagli anni della sua prima giovinezza ad una relazione profonda con Cristo come scelta di vita. Nello stesso tempo la conduce a sviluppare la capacità di leggere nel cuore delle persone e di accompagnarle nella crescita. Di questo, all’epoca della fondazione, tratterà nei Ricordi, esortando le Responsabili ad accompagnare le persone con amabilità perché ciascuna comprenda la bontà e la bellezza della via da percorrere.
Questa sensibilità si manifesta nella metafora della sponsalità come comportamento di relazione, che possiamo riconoscere in Maria di Betania, seduta ai piedi di Gesù, in ascolto. E’ un comportamento fondamentale della sua vita, questa capacità di ascolto. Angela lo raccomanderà alle donne che scelgono di consacrare la propria vita nella Compagnia. Consegnando la Regola così le invita: “Di grazia, state attente, con cuore grande e pieno di desiderio”. E più avanti dirà che il cuore potrà vivere un senso di pienezza se sarà tutto rivolto all’Amore che hanno scelto, anzi dal quale – come scrive nello stupendo Prologo alla Regola – sono state “elette ad essere vere e intatte spose”. Perciò “abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro – leggiamo nei Ricordi alle Responsabili dei gruppi – perché così avranno in lui anche il loro amore”.
La disponibilità alla relazione con Cristo, relazione verticale, se autentica, fa maturare poi la capacità di relazionarsi orizzontalmente, di incontrare gli altri in modo non banale né superficiale. Ogni persona ha valore per se stessa: “Vi supplico – dice nell’affidare la Compagnia alle Madri principali – di voler tenere conto e d’avere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole, una per una, non solo i loro nomi, ma anche la loro condizione”. Ogni persona infatti ha una sua dignità, domanda riconoscimento e stima. Ha bisogno di essere rispettata nella sua libertà e accompagnata con delicatezza. “Vi prego – così nel Testamento – di grazia, vogliate sforzarvi di attirarle con amore e con mano soave e dolce”. E in un altro passo dei Ricordi dice: “Siate affabili e umane con le vostre figlioline. Infatti otterrete di più con l’affettuosità e l’affabilità che con la durezza e gli aspri rimproveri e questi si devono riservare solamente ai casi di necessità e ancora a tempo e luogo e secondo le persone”.
I principi pedagogici di Angela possono essere sintetizzati così: