Sonia Maria Luiz da Silva, laica brasiliana della fraternità delle suore orsoline SCM, racconta la sua esperienza di volontaria accanto ai malati di tumore, in particolare alle donne cui viene diagnosticato un carcinoma mammario. Qui la versione portoghese.
Mi chiamo Sonia, (sono brasiliana, abito aVolta Redonda, stato di Rio de Janeiro) e faccio parte della Fraternitá laica della Famiglia delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria. Con loro condivido l’importante missione di contribuire a un mondo migliore, attraverso la carità, la fede e l’esempio di vita. Per questo motivo cerchiamo di operare perché ogni essere umano, specialmente le donne, possa essere visto e trattato con il rispetto e la dignità che merita, e essere riconosciuto come figlio/a di Dio.
La mia esperienza è iniziata nel giugno 2004, nel periodo in cui affrontavo uno dei momenti più difficili della mia vita, dovuto alla perdita della lotta contro il cancro di mio marito. Da allora mi dedico, attraverso il volontariato, a sostenere le persone a cui è stata diagnosticata questa terribile malattia, nell’essere un punto di appoggio per loro, attraverso azioni e preghiere, per sostenere coloro che stanno affrontando la stessa lotta che ho vissuto così da vicino con mio marito.
Vorrei condividere con voi un’esperienza speciale: quella di una grande amica. Qualche tempo fa infatti le è stato diagnosticato un cancro al seno, ma grazie a Dio e per intercessione di Madre Giovanna, questa diagnosi é stato possibile realizzarla in una fase precoce della malattia, permettendo cosí di realizzare uma cura adeguata .
Appena ricevuta la diagnosi, lei, come la stragrande maggioranza delle persone affette da questa malattia, ha iniziato a preoccuparsi del trattamento, procurare possibilità di cura, e investigare sui possibili effetti collaterali, ma né lei né coloro che hanno seguito da vicino questo cammino, hanno perso la fede o la speranza che Dio, per intercessione di Madre Giovanna, fosse al suo fianco.
Con molta fede e determinazione ha iniziato il trattamento, che ha comportato l’esecuzione di una mastectomia, e grazie a Dio, fu sufficente solo l’asportazione di un quadrante del seno, intervento certamente meno aggressivo dal punto di vista psicologico, se teniamo in considerazione l’effetto dannoso di una tale procedura sull’autostima femminile.
Questa testimonianza ci dimostra l’importanza dell’autoesame, semplice e indolore che dovrebbe essere una routine di tutte noi donne. Ed è giustamente questo il tema principale durante il mese di Ottobre qui in Brasile, come in tutto il mondo: Ottobre Rosa.
É una importante attivitá iniziata negli anni ’90 negli Stati Uniti, e diffusasi poi rapidamente in tutto il mondo, per la sua enorme rilevanza. Il mese di ottobre è diventato sinonimo di cura della donna, in specifico alla lotta contro il tumore al seno.
La tradizione dei fiocchi rosa è stata istituita per la prima volta dalla Fondazione Susan G. Moment for the Cure durante la prima maratona non agonistica in pro della Cura realizzata nel 1990 nella cittá di New York.
All’epoca, i corridori ricevettero un fiocco rosa, da utilizzare durante la gara e successivamente, questo stesso simbolo fu distribuito nei luoghi pubblici, in sfilate di moda e altri eventi pubblici per sensibilizzare la popolaziane riguardo a questo tema.
Sappiamo infatti che il cancro al seno, purtroppo rimane il secondo tipo di cancro più diagnosticato al mondo e quindi merita la nostra attenzione.
Prendersi cura della propria salute sarà sempre il modo migliore per prendersi cura di se stesse, fare l’autoesame di routine e la mammografia almeno una volta all’anno, sapendo che un semplice tocco può salvare la sua vita.
E stavo già dimenticando: ricordi la mia amica? Ha affrontato il problema con coraggio, ha vinto la malattia e, grazie a Dio, rimane un esempio vivente, che fede, cura di sé e informazione possono salvare vite!
Sonia Maria Luiz da Silva