Non più tradite?

16
Apr

Il motto da assumere a segnale di salvezza, a garanzia di redenzione, va espresso con l’imperativo: NON PIU’ TRADITE.

Queste parole di Elisa Salerno hanno concluso la visione del Video proposto in apertura dell’incontro di sabato 13 febbraio 2016, organizzato dall’Associazione Presenza Donna a Vicenza, in occasione della presentazione della riedizione del testo “Le Tradite. Prostituzione, morale, diritti delle donne”.

Il libro, scritto dalla Salerno nel 1937 e “custodito nel cassetto” per alcuni anni, fu pubblicato nel 1950 con lo pseudonimo di Maria Pasini e viene ora riedito all’interno della collana Sui generis diretta dal Coordinamento delle Teologhe italiane.

Scrivere di prostituzione, denunciando la grande ingiustizia della legalizzazione dei bordelli e la tratta di “carne umana” nella Vicenza degli anni Cinquanta, era un’impresa che poteva apparire impossibile, ma che risulta invece come ineludibile a Elisa Salerno votata – come ricordato da Alba Lazzaretto nel suo intervento e nel contributo presente nel libro – “ad essere come una Cassandra inascoltata e derisa, ma obbligata a denunciare, a descrivere crudamente argomenti così spinosi, come se fosse spinta ineluttabilmente da un fuoco che le ardeva dentro, che la costringeva ad andare oltre gli stereotipi del suo tempo e a gridare a gran voce la verità, anche se scomoda, scomodissima, scandalosa”.

Anche se notevolmente indebolita fisicamente, ma soprattutto moralmente, dopo i lunghi anni dedicati allo studio da autodidatta e all’impegno per il riconoscimento dei diritti delle donne che l’avevano portata ad essere considerata dal mondo cattolico vicentino come una ‘pazza’ esaltata che si era messa in testa di fare la ‘teologhessa’, la Salerno volle comunque, all’età di settantasette anni, dare alle stampe “uno dei suoi scritti più crudi e profetici, condensando e riprendendo ne Le Tradite molti dei suoi temi di battaglia femminista”.

Le donne del libro della Salerno sono donne tradite più volte: dall’uomo che diceva di amarle e poi era ‘sparito’ dalla loro vita lasciandole con un figlio da crescere; dalle loro famiglie di origine, che spesso dimostravano di non saperle o volerle accogliere, incapaci cioè di fornire loro un’occasione di riscatto e di nuova vita; da una società che le ‘usava’ e nello stesso tempo fingeva di non vederle; ma soprattutto – cosa che più di tutte faceva soffrire Elisa Salerno – sono donne che sono state tradite anche dalla Chiesa perché hanno trovato in essa “o più esattamente in uomini della Chiesa, regole di moralità disastrose, invece di trovarvi una primaria difesa”.

“Ciò che ad Elisa Salerno premeva denunciare e rimarcare – ricordava Monica Cisco riprendendo parte del suo contributo nel libro in relazione a tutta la questione legata alla proposta di legge Merlin – era l’assenza ingiustificabile e inaccettabile di una Chiesa a cui i cattolici guardavano nell’attesa di un segnale, ma che non si espresse ufficialmente, dando adito all’impressione di non essere favorevole, anzi, all’idea abolizionista”.

D’altra parte la Salerno era consapevole che la prostituzione era ‘solo’ l’aspetto maggiormente evidente, nella sua gravità, di un problema molto più ampio e complesso, che rischiava di essere confinato a isolate eccezioni.

Ciò che più le importava era andare all’origine di tutto un modo ingiusto di vivere le relazioni uomo/donna e sottolineare, quindi, che la prostituzione doveva essere vista come conseguenza ultima, la riduzione più devastante ed umiliante, del ‘dramma’ di essere donna in una società ‘civile’ sclerotizzata su se stessa e incapace di produrre giustizia.

Nella nostra società ‘malata di amnesia’, fare memoria di un pezzo di storia del passato, cogliere lo stile di un’attenta lettura della situazione che Elisa andava ad approfondire rispetto alla condizione della donna negli anni da lei vissuti, è un primo motivo per leggere oggi il libro della Salerno. Ci permette, infatti, di riuscire a discernere ciò che sta accadendo anche nel nostro tempo, per riuscire a intuire e quindi operare, per la costruzione di un futuro ‘altro’.

Ma c’è anche un altro motivo per leggere questo testo ed è la sua ‘attualità’: come ricordava Monica Cisco è di pochi anni fa, il 4 dicembre 2012, l’appello di Bruxelles “Insieme per un’Europa libera dalla prostituzione” che sottolinea come questo problema sia ancora di notevole gravità e il video, preparato per la presentazione del libro ha mostrato, nelle sue quattro parti, in modo crudo ma ‘vero’ le “Tradite di oggi”.

Nella prima parte, attraverso spezzoni di una trasmissione televisiva, veniva presentato il ‘tradimento dell’amore’ da parte di uomini e donne dove, con i racconti di scelte e di esperienze, esso veniva fatto passare, in modo subdolo ma nello stesso tempo ostentato, quasi come fosse una conquista di ‘libertà’; nella seconda parte in primo piano riportando le notizie di femminicidi, violenze, stupri di gruppo che quasi quotidianamente riempiono giornali e notiziari. c’era il corpo femminile, sempre più vissuto come possibile ‘spazio’ di violazione o addirittura come azione strategica di dominio.

La terza parte, con il linguaggio odierno, ripresentava la ‘doppia morale’ che ancora fa da sfondo a convinzioni e affermazioni del nostro tempo; quella doppia morale che per la Salerno non solo percorre la storia nei vari tempi, ma che arriva anche a contagiare e ferire il messaggio evangelico.

Il video si è concluso con una testimonianza forte e dolorosa sulla tratta delle donne che, attraverso la narrazione di una storia, lasciava trasparire centinaia di altri volti di donne comprate, abusate, ancora una volta tradite: da chi le compra, da chi abusa di loro, da chi non le difende o ‘chiude gli occhi’.

Sono questioni, quelle di cui ci parla il libro della Salerno, che ancora oggi ci interpellano come donne e come uomini sulla responsabilità di ognuno nel “prendere la parola” per denunciare ogni violenza, sostenere chi ne è vittima e non tradire il nostro poter essere donne e uomini per relazioni e tempi nuovi. Elisa Salerno ci insegna la necessità di ‘osare dire’, affinché le taglienti parole presenti nel libro e rivolte agli uomini di Chiesa: “Nelle questioni della donna sembra che i dottori della Chiesa abbiamo ipotecato l’intelligenza…” non vengano oggi rivolte a ciascuno e a ciascuna di noi.

Donatella Mottin

 

Leave a Comment