È nel cenacolo, nella notte del tradimento, che Gesù dona se stesso nell’Eucarestia!
In quella casa di Gerusalemme Gesù, prima di essere consegnato alle guardie, si consegna Lui stesso all’umanità, si lega a noi per sempre, la stessa sera in cui Gesù dirà: “uno di voi mi tradirà”: davanti alla Verità nessuna maschera può resistere, non ci si può nascondere davanti a chi ci conosce profondamente, più di quanto ci conosciamo noi stessi. Gli apostoli hanno paura, sospettano l’uno dell’altro, non osano nemmeno chiedere a Gesù chi fosse il traditore, eppure hanno vissuto tanto tempo insieme ma nessuno sembra disposto ad aprirsi fino in fondo. Eppure Gesù si è avvicinato così tanto a loro, con umiltà, con amore, come servo, per annullare ogni distanza. Gesù si commuove profondamente perché i suoi amici non hanno compreso questa vicinanza. Chi è il traditore? Giovanni poggia il capo sul petto di Gesù per domandargli «chi è Signore?», lo sussurra al Suo cuore, con dolcezza, una domanda ma anche un conforto. Pietro invece non ha il coraggio, è ingabbiato nel suo voler essere a tutti i costi forte. Gesù sgretola la sua finta corazza e svela la verità: anche Pietro lo avrebbe rinnegato.
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Tradire vuol dire essere consegnato al nemico, ed il traditore lo sta per fare, ma Gesù non lo accusa pubblicamente, non lo smaschera platealmente, non dice: “Giuda mi tradirà”, ma “uno di voi”. Gesù dirà: «è colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». Prende un pezzo di pane, lo intinge e lo porge a Giuda. Quello era un gesto comune e normale a quei tempi, i partecipanti ad una cena usavano fare quel gesto. Ma quella sera quel gesto voleva dire qualcosa in più: Giuda io ti continuo a dare ciò di cui tu hai bisogno, anche se già nel tuo cuore mi hai consegnato al nemico. Gesù disse a Giuda: “Quello che devi fare, fallo al più presto!”. Giuda si rende conto che Gesù è consapevole di tutto, ma pur sapendolo, corre, va, porta a compimento il suo tradimento. “Era notte”. L’oscurità e le tenebre avvolgono quel gesto e quel cuore.
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È come se la storia avesse aspettato questo momento di separazione tra la luce e le tenebre. Satana (il nemico) e le tenebre entrano in Giuda e nello stesso momento la luce entra in Gesù che dichiara: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito!” Gesù annuncia: “Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire”. Manca poco al passaggio, alla Pasqua. E quella stessa notte Gesù verrà tradito con un bacio.
Il bacio. La prima forma di amore che l’umanità ha ricevuto dal Padre, proprio nel giorno della creazione dell’uomo, quando Dio bacia Adam, gli consegna la ruah, la vita. Quel bacio di Dio riempie l’anima di vita.
Il bacio di Giuda invece rivela tutto ciò che fino ad allora era stato taciuto. Il bacio di Giuda è simbolo di morte, ma Gesù risponde ancora una volta con l’amore: “Amico con un bacio tu mi tradisci”, Cristo accoglie in sé il tradimento di Giuda e lo trasforma in perdono.
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Il bacio rivela, diventa epifania della fragilità umana e allo stesso tempo segno della grande forza contenuta nella misericordia del Figlio che trasforma le tenebre in luce. In questo mercoledì santo vogliamo accogliere la luce di Cristo che ci ama nonostante le nostre fragilità e continua a donarci la vita non smettendo mai di farsi vicino, intimo, non finisce mai di baciare la nostra umanità con il dono dello Spirito che ci custodisce nel suo amore e, invece di tradire possiamo tradurre questo amore in fedeltà a Dio e alla storia.