MARTEDI’ SANTO: LO SDEGNO E LA LOGICA DEL MERCATO

30
Mar

Si avvicinava la Pasqua dei giudei, la festa della memoria, dell’azione di salvezza del Signore per il suo popolo, memoria dell’Esodo. Gesù va a Gerusalemme in occasione di questa festa, entra nel tempio (ierón), luogo della sua Presenza (Shekinah), e trova un mercato, regna l’idolo del denaro. Gesù con parrhesía, con zelo e passione, rovescia, urla, denuncia, con il cuore pieno di tristezza perché la casa di Suo Padre è stata tradita. Il gesto compiuto da Gesù è scandaloso per i sacerdoti e per gli uomini religiosi della città santa, forse la cosa più scandalosa è dire che quella casa è “del Padre mio”. Gesù mette in discussione le autorità del tempio, i sacerdoti, la loro funzione, e viene accusato di infrangere la festa, il culto, la tradizione, il cerimoniale, la liturgia…Gesù attenta al culto per salvare Dio! Impossibile da comprendere.  «Distruggete questo santuario (naós) e in tre giorni lo rialzerò, lo farò risorgere». Parole che sembrano inutili, senza senso, perché quei giudei non comprendono e si domandano: “Questo santuario (naós) è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo rialzerai, lo farai risorgere?”. Gesù sta su un altro livello! Chi è occupato a sistemare l’esterno non può comprendere: Gesù sta parlando del vero tempio, il tempio del Padre è Lui stesso, è Lui “la via, la verità, la vita”. Chi è dentro la logica del mercato, del guadagno, della convenienza, degli affari fatica a comprendere il cuore di Dio. Eppure chi è nel tempio dovrebbe capire, chi è nel tempio dovrebbe riconoscere il Kyrios …non è sempre così!

Anche chi sta nel tempio potrebbe pensare che tutto può essere comprato e venduto, compreso l’amore e il perdono.

Gesù si indigna quando viene frainteso il cuore del Padre, per questo “scacciò, sparpagliò, rovesciò” in maniera decisa.

Scacciare” è il verbo adatto per chi occupa abusivamente uno spazio. Il tempio è lo spazio di Dio, che non può mai diventare spazio di compra-vendita, piuttosto spazio di ascolto. È luogo di preghiera, non di commercio.

Sparpagliare” è il verbo che mette in discussione l’ordine di chi fa calcoli, di chi pensa che Dio e il prossimo possano essere manovrati. Gesù sparpaglia le monete, contate e raccolte: non può essere tutto monetizzato. La vita è ben altro e molto di più che l’equivalente di monete.

Rovesciare” è il verbo della conversione, è il verbo di chi desidera avere uno sguardo diverso, di chi vuole vedere le cose da un punto di vista diverso, contrario, rovesciato appunto. È il ribaltamento della prospettiva.

Gesù vuole svegliare dal torpore, dalla tiepidezza, vuole salvare dalla mediocrità e dalla miopia, vuole salvare dall’infelicità. Lo sdegno per il mercato nel tempio dovrebbe essere anche il nostro sdegno quando, in tanti ambiti sociali e culturali, si arriva a commercializzare le coscienze e l’anima, le vite di donne e bambini, la fragilità dei poveri, quando l’essere umano è ridotto a domanda e offerta, quando la verità è venduta al migliore offerente e il relativismo sembra essere il pane di tanti.

Sia un martedì santo in cui chiediamo il dono di essere rovesciati…per vedere e comprendere un Dio che libera, che ama, che non si lascia comprare ma che si dona…per amore!

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