Per augurarvi buon 2022 abbiamo chiesto a sr. Anna Fontana, missionaria da molti anni in Mozambico, di raccontarci la festa di Maria, madre di Dio con gli occhi del popolo mozambicano. Buon anno, buon 2022! Qui la versione portoghese.
Lungo le strade del Mozambico, nei mercati, nei campi, nelle chiese, o entrando nei stretti vicoli che portano dove vive la maggioranza delle persone: un concentrato di catapecchie e tuguri, non sfugge allo sguardo le mamme con il loro bambino sul dorso, avvolto in un pezzo di stoffa colorato chiamato “capulana”, che serve per mille usi: asciugare, sventolare, coprire, pulire…
Con molta naturalezza e tenerezza le mamme offrono il loro seno per allattare e anche tranquillizzare quel figlio portato nel grembo per nove mesi e a volte dato alla luce in condizioni sanitarie precarie. Molte di loro sono adolescenti e giovani che, nel fiore della vita, a volte senza rendersi conto, si trovano un figlio tra le braccia di cui prendersi cura, nutrirlo, farlo crescere ed educarlo.
La realtá giovane e feconda del Mozambico, come della madre Africa, é un presepe vivente che richiama la zona periferica di Betlemme, la casa del pane, dove Maria dà alla luce il suo figlio primogenito, chiamato Gesú, come aveva annunciato l’Angelo Gabriele, realizzando il sogno di Dio di farsi uomo e assumere la fragile condizione umana.
Maria, donna umile tra gli umili, ha trovato grazia presso Dio; si apre all’ascolto e dialoga con Dio che aspetta la sua risposta per iniziare qualcosa di nuovo nella storia: una storia che riparte dal suo “Eccomi” sussurato con trepidazione e fiducia. Il grembo di Maria, fecondato dallo Spirito Santo, diventa la dimora di Dio e alla fine della gravidanza, nella pienezza dei tempi, dà alla luce il figlio. Maria, Madre di Dio, genera il Figlio dell’Altissimo.
La storia di Gesú si lega alla storia di sua Madre Maria, il cui grembo si fa spazio per accogliere “il Verbo, che era presso Dio, …si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,1), facendosi nostro fratello.
Per questo la Chiesa confessa che Maria è veramente Madre di Dio (Theotokos), portatrice di Dio (CCC, 495). Il Santo che nascerá si nutre di Maria, della sua carne femminile, della sua fede israelitica, della sua capacitá di servire, di uscire da sé per andare incontro agli altri, tessendo relazioni buone e belle.
Come um prodigio, il Figlio di Dio era tessuto nel seno di sua Madre (cfr. Sal 138) e facendosi messaggera della buona notizia sui monti della Giudea è acclamata, dalla gravida anziana Isabel: “la Madre del mio Signore” (Lc 1, 43). Maria, la Madre di Dio che ha generato nella fede, prima che nella carne, ci invita a contemplare il Figlio e in lui il volto di Dio che si fa carne nel volto di fratelli e sorelle, in particolare gli scartati della societá.
É bello, perció, celebrare, all’inizio di ogni anno, la solennitá di Maria Santissima, Madre di Dio. Come Maria, anche l’anno nuovo é un grembo fecondo di vita, di accoglienza, di speranza. É per ciascuno/a di noi un kairos, un tempo di grazia, chiamati a generare interiormente il Verbo di Dio e tessere fraternitá/sororitá con coloro che camminano con noi sulle strade della vita.
Suor Anna Fontana