La maternità di Maria apre l’anno nuovo, approfittiamo per augurare di cuore che sia un anno generativo di pace per tutto e tutti. (qui la versione portoghese)
Uno dei primi nomi dati a Maria nelle chiese siriache fu quello di “tessitrice”, cioé quella che intreccia/tesse l’umanità in Gesù. Quella che non rifiuta nessuno dei fili che compongono il tessuto dell’umanitá. La festa Maria Santissima Madre di Dio del primo gennario, quella che apre il nuovo anno 2024, é la più antica festa mariana che si conosce in Occidente. Già nelle catacombe, i sotterranei della città di Roma, dove i primi cristiani si riunivano per celebrare la messa nei tempi di persecuzione, si trovano dipinti con questo nome: Maria, Madre de Dio.
Quando, nell’anno 431, Nestorio (arcivescovo di Costantinopoli) dichiarò che Maria non era la Madre di Dio, 200 vescovi del mondo allora conosciuto, si riunirono nella città di Efeso e illuminati dallo Spirito Santo dichiararono: la Vergine Maria è davvero la Madre di Dio, perché suo Figlio, Cristo, è Dio.
Celebrare questa festa mariana ci ricorda il messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della 56ª Giornata Mondiale della Pace: “Nessuno può salvarsi da solo” o come si afferma nella questa Chiesa che é in Amazzonia (Brasil), “nessuno lascia andare la mano di nessuno”. Ella ci invita a partecipare a questa azione di tessitura dell’umanità e ad essere come lei artefici di compassione. Camminiamo, mano nella mano con Maria, cosí lei ci aiuterá a maturare nell’amore, come persone consacrate, feconde e a servizio della Vita. Perché celebrare Maria, Madre di Dio, significa affermare la Vita essendo tessitrici di umanità.
Pensiamo di dover essere buoni affinché Dio e gli altri ci amino: ci é difficile accettare che Dio ‘non ci ama perché siamo buoni’, ma ci ama ‘per il semplice fatto di averci regalato l’esistenza’. Il Suo Amore precede la mia vita e i miei passi, è fin dal principio, é nel mezzo ed é alla fine del cammino: questa è stata l’esperienza di Maria.
Guardiamo a come Dio ha operato in Lei. Contemplare questo è fonte di grande speranza, perché è stato un processo che avviene poco a poco. É stato necessario un tempo, uno spazio e un modo per preparare la sua venuta, per riconoscere un Dio pronto a donarci e a sorprenderci. Dio ha avuto bisogno della disponibilitá di Maria per concretizzarsi in Gesù. Da allora ogni donna è potenzialmente generatrice dell’amore di Dio sulla terra. Le donne hanno un corpo aperto all’incontro, posseggono a capacità interna ed esterna di trasportare, liberare e nutrire la vita. É importante tornare alla fonte che ha la capacità di generare vita, di sostenerla e alimentarla. Maria fu una donna disponibile ad ascoltarsi dentro. Dobbiamo imparare da lei come dirigere l’attenzione verso le profondità dell’anima e riposare dal nostro centro, per essere anche noi madri di questo ‘Dio con noi’.
Maria fu una donna disposta ad ascoltare il suo cuore, a cercare di capire cosa stava accadendo nel suo intimo. Nulla entra in noi dall’esterno, la conoscenza la troviamo dentro di noi, le trasformazioni avvengono dentro di noi. Nel nostro intimo risiede la nostra essenza.
Lì possiamo liberarci del bisogno di approvazione da parte degli altri, lì possiamo essere noi stessi. La scrittrice Esther Harding, dopo aver indagato sul significato della parola Vergine, lo spiega così: Vergine è la donna che è in sintonia con se stessa, che fa quello che fa, non perché vuole essere accettata, o vuole essere apprezzata, o cerca di attrarre l’attenzione o l’amore di un’altra persona, ma perché quello che fa è vero, perché concorda con il suo essere piú profondo. È questo sì profondo della mia vita, questa accettazione, che permette di sviluppare le nostre potenzialità perché Qualcuno crede in noi; è poter dire di sì ai nostri talenti che nascono e diventano potenzialità di fecondità e di maternità.
La cosa più importante nella nostra vita è non rinunciare ma scegliere, scegliere bene fin dall’inizio per amore, come fece Maria. Essere qui e ora, in modo incondizionale, poter amare non solo le persone ma tutto ciò che è presente nella nostra vita.
Maria, protagonista di questa festa, lascia ancora una volta tutto lo spazio a Gesù. Maria accoglie le voci dei pastori,donne e uomini che lavorano, povera gente che ha qualcosa di importante da trasmettere da parte dell’Altro (con la A maiuscola) e abbracciare la realtà con un cuore silenzioso. Lei si lascia fare, giorno dopo giorno, diventa più ricettiva e permeabile alle diverse modalità di Dio. La gioia dei pastori, la loro lode, si uniscono a quanto lei sta vivendo.
Celebrare la maternità di Maria è anche introdursi in questa corrente di benedizione, di gratitudine che ci viene dalla nostra fragilità e vulnerabilità, quella del nostro mondo ferito dove manca giustizia e pace, in quei luoghi dove Dio ci mostra il suo favore.
Mentre iniziamo questo nuovo anno 2024, mettiamo la nostra vita nel cuore di Gesù, pieno di compassione, e affidiamoci alla protezione di Maria, donna di pace. Affidiamo a lei il tempo nuovo che si apre, lasciamo passare attraverso il cuore ciò che vediamo e sentiamo e chiediamo la grazia di scoprire nel nostro cammino quotidiano i piccoli segni della presenza di Dio, tra i piccoli e i semplici.
Chiediamo la grazia di imparare da Maria del Magnificat, madre, discepola e sorella, che ci insegna a benedire e prendendoci cura degli altri; colei che ci fa scoprire l’azione di Dio Misericordioso nell’intimo della storia, che ci aiuta a scoprire la volontà di Dio per le tue amate creature. Tutto è interconnesso. Nessuno può salvarsi da solo.
Diventiamo artigiani di pace! Tessitori di compassione!
Maria Immacolata, Madre dell’Amazzonia, Madre di Gesù e Regina della Pace, intercedi per noi e per il mondo intero!
Ir. Sofia Quintáns Bouzada
Missionaria francescana della Madre del Divino Pastore
Diocesi di Roraima in Brasile