Maria che abbraccia la croce del Figlio

14
Dic

Scoprendo gli elementi del logo di Congregazione: Maria di Nazareth

Concludiamo il piccolo percorso che ci ha condotto a conoscere il nuovo logo della Congregazione guardando all’ultimo elemento, Maria di Nazareth. Abbiamo sostato sui singoli soggetti prima in generale, in seguito ci siamo soffermati sulla croce, l’anello dell’alleanza, ed ora la figura centrale, Maria che abbraccia la croce del Figlio. Perché proprio a Natale guardiamo a Maria presso la croce?

Spesso le antiche icone ci mostrano la natività che ha come sfondo la culla: assomiglia molto più ad una tomba che allo spazio di accoglienza di un bimbo! Gli antichi scrittori di icone non mostravano dolci e poetiche immagini del Natale, ma presentavano il Signore Gesù nella totalità del suo mistero, nel suo farsi carne che culmina nell’abbraccio della croce.

Nel nostro logo Maria è abbracciata alla croce, simbolo dello stare ai piedi delle infinite croci del mondo.

Commentando il logo padre Ermes Ronchi ricordava che Quando Maria dice “Eccomi sono la serva del Signore” non dice sono la schiava, la domestica, la badante. Più volte nella Bibbia il servo del re è colui che si coinvolge nel progetto del regno e collabora con tutte le sue forze, con tutta la sua vita a servizio del sogno del suo signore. Così la serva è la regina, la seconda dopo il re. Come se con il suo “eccomi” Maria dicesse mi butto nel tuo progetto, nel tuo disegno, di te che sei il Signore delle alleanze, anch’io creatrice di legami, tramite di comunione per relazioni buone intorno a me.

E Maria partecipa, sta vicino, non toglie il dolore dei crocifissi ma rimane lì, come se dicesse ad ogni creatura sofferente “io sono con te”. È il nome di Dio, l’Emmanuele, il Dio con noi, vicino ad ogni creatura. Attraverso di noi, donne e uomini che hanno cura di chi soffre, Dio oggi continua a stare accanto all’umanità, Emmanuele, Dio con noi. La sofferenza chiede partecipazione, vicinanza: è il senso di un Dio che si incarna per stare vicino alle croci dell’umanità. È la cultura della cura, che non esclude, non scarta, non lascia perdere nessuno, non è indifferente, simbolo che si oppone alla separazione, perché… noi siamo ciò di cui ci prendiamo cura!

a cura della redazione

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