In questo periodo durante il mio Servizio Civile da remoto, come operatrice volontaria a Presenza Donna ho avuto la possibilità di conoscere e approfondire la vita di una grande donna italiana Lina Merlin (1887-1979) grazie alla biografia di Laura Cesarano Jouakim della collana Italiane di Maria Pacini Fazzi editore. Ho colto questa occasione per condividere alcune delle importanti conquiste che questa donna è riuscita ad ottenere per le donne e per il nostro Paese. Lina Merlin solitamente è conosciuta per la legge 75/1958 (Legge Merlin) sulla chiusura delle case di tolleranza, ma durante la sua vita ha lottato anche per molte altre battaglie.
Lina Merlin lotta contro il fascismo aderendo per quarantadue anni al partito socialista. Dopo il regime fascista con la conquista del diritto di voto per le donne (1946), Lina Merlin è tra gli eletti nell’Assemblea Costituente e si batte perché lo Stato garantisca l’uguaglianza di tutti/e i/le cittadini/e. È grazie alla sua cocciutaggine che nell’articolo 3 della Costituzione Italiana è specificato l’uguaglianza di tutti i/le cittadini/e “senza distinzione di sesso“. Nel 1948 Lina viene eletta al senato della Repubblica insieme a solo altre due donne, un primo grande passo e traguardo per la storia della politica italiana. Nel suo ruolo di senatrice Lina dedica molte battaglie per la tutela delle donne, per i diritti dei lavoratori/trici, per la promozione e la giustizia sociale. Energica, determinata e inarrestabile Lina inizia la sua grande battaglia che durerà dieci anni per chiudere le case di tolleranza e combattere lo sfruttamento della prostituzione. Per raggiungere il suo obiettivo, deve far fronte alla forte mentalità maschilista italiana di quegli anni. Ma Merlin è una donna forte, coraggiosa e fedele ai suoi ideali. Non si abbatte e a testa alta porta avanti la sua lotta uscendone vittoriosa. Negli ultimi anni della sua vita lotta a favore del referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio. Tuttavia questa battaglia la perde poiché anche le altre donne hanno le loro ragioni e non credono più all’idea del matrimonio come fonte di protezione sociale. Concludo con un’interessante citazione di questa donna esemplare.
“Non si è socialisti quando ci si limita a parlare da un palco e si è circondati da gente irregimentata, ma quando si vive accanto al prossimo, si soffre e si lotta insieme”
(Lina Merlin)
Daniela Bicego