La vita religiosa femminile in Amazzonia tra il 1970 e il 2020: contributi a una Chiesa dal volto amazzonico e un’ecologia integrale.

31
Gen

L‘obiettivo della mia ricerca è contribuire all’azione evangelizzatrice della Chiesa in Amazzonia, a partire dal dinamismo della Vita Religiosa femminile. Per questo mi propongo di individuare nuove forme di presenza missionaria della Vita Religiosa femminile che possano contribuire alla costruzione di una Chiesa dal volto amazzonico e dall’ecologia integrale.

Metto come motivazione personale per la scelta di questo titolo i vari giubilei celebrati negli ultimi anni, ad esempio i 50 anni del Documento di Santarém (2022), i 60 anni dell’inizio del Concilio Vaticano II (2022) e i 50 anni della presenza missionaria delle Suore Francescane di Maristella in Amazzonia (2020). Studiare la presenza missionaria delle religiose in Amazzonia è un desiderio antico che si è intensificato particolarmente quando ho partecipato, nell’ottobre 2012, a São Leopoldo-RS, a un Congresso Continentale di Teologia per celebrare il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e i 40 anni da Teologia della Liberazione. La scarsa presenza delle donne nelle principali conferenze del Congresso mi ha toccato profondamente e mi ha portato a pensare che quotidianamente, infatti, sono le donne ad essere più presenti nelle Comunità ecclesiastiche, sia tra i fedeli che tra i leader, ruolo che esse assumono nei più svariati servizi. Ma quando si tratta di articolare e pronunciare un discorso che venga riconosciuto, che venga registrato nella storia, la figura femminile viene resa invisibile. Ne ho dedotto allora che se le donne non erano presenti al Simposio Continentale di Teologia come teologhe, è perché sono presenti nella base, al servizio dei più poveri dove, anche lì, non sono riconosciute né dalla gerarchia della Chiesa né dalla storiografia, generalmente fatta da uomini, lasciando così le donne nel silenzio e nell’invisibilità.

È importante evidenziare che nel processo di evangelizzazione della Chiesa in Amazzonia, la Vita Religiosa femminile è presente dal 1877 con i suoi servizi al Popolo di Dio, principalmente nelle grandi opere di educazione, sanità e assistenza sociale. Nella prima metà del XX secolo questa presenza si intensificò; oltre alle Congregazioni arrivate in Amazzonia, molte altre furono fondate in questo continente. Con il Vaticano II e Medellín ci fu un maggiore incentivo alla missione tra i più poveri e gli esclusi. Oltre ai grandi progetti e alle politiche governative in Amazzonia, vediamo anche una società patriarcale come una grande sfida che le donne religiose devono affrontare per difendere la vita delle donne, della Madre Terra e di altre vite minacciate.

In considerazione di ciò, si giustifica l’attualità dell’attività missionaria della Vita Religiosa Femminile in Amazzonia, che si è fatta dono e presenza nella Chiesa e nella società, rispondendo, a suo modo, alle incessanti e nuove richieste, in particolare al grido dei poveri e della Madre Terra, nostra Casa Comune.

sr. Ivoneide Queiroz

L‘obiettivo della mia ricerca è contribuire all’azione evangelizzatrice della Chiesa in Amazzonia, a partire dal dinamismo della Vita Religiosa femminile. Per questo mi propongo di individuare nuove forme di presenza missionaria della Vita Religiosa femminile che possano contribuire alla costruzione di una Chiesa dal volto amazzonico e dall’ecologia integrale.

Metto come motivazione personale per la scelta di questo titolo i vari giubilei celebrati negli ultimi anni, ad esempio i 50 anni del Documento di Santarém (2022), i 60 anni dell’inizio del Concilio Vaticano II (2022) e i 50 anni della presenza missionaria delle Suore Francescane di Maristella in Amazzonia (2020). Studiare la presenza missionaria delle religiose in Amazzonia è un desiderio antico che si è intensificato particolarmente quando ho partecipato, nell’ottobre 2012, a São Leopoldo-RS, a un Congresso Continentale di Teologia per celebrare il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e i 40 anni da Teologia della Liberazione. La scarsa presenza delle donne nelle principali conferenze del Congresso mi ha toccato profondamente e mi ha portato a pensare che quotidianamente, infatti, sono le donne ad essere più presenti nelle Comunità ecclesiastiche, sia tra i fedeli che tra i leader, ruolo che esse assumono nei più svariati servizi. Ma quando si tratta di articolare e pronunciare un discorso che venga riconosciuto, che venga registrato nella storia, la figura femminile viene resa invisibile. Ne ho dedotto allora che se le donne non erano presenti al Simposio Continentale di Teologia come teologhe, è perché sono presenti nella base, al servizio dei più poveri dove, anche lì, non sono riconosciute né dalla gerarchia della Chiesa né dalla storiografia, generalmente fatta da uomini, lasciando così le donne nel silenzio e nell’invisibilità.

È importante evidenziare che nel processo di evangelizzazione della Chiesa in Amazzonia, la Vita Religiosa femminile è presente dal 1877 con i suoi servizi al Popolo di Dio, principalmente nelle grandi opere di educazione, sanità e assistenza sociale. Nella prima metà del XX secolo questa presenza si intensificò; oltre alle Congregazioni arrivate in Amazzonia, molte altre furono fondate in questo continente. Con il Vaticano II e Medellín ci fu un maggiore incentivo alla missione tra i più poveri e gli esclusi. Oltre ai grandi progetti e alle politiche governative in Amazzonia, vediamo anche una società patriarcale come una grande sfida che le donne religiose devono affrontare per difendere la vita delle donne, della Madre Terra e di altre vite minacciate.

In considerazione di ciò, si giustifica l’attualità dell’attività missionaria della Vita Religiosa Femminile in Amazzonia, che si è fatta dono e presenza nella Chiesa e nella società, rispondendo, a suo modo, alle incessanti e nuove richieste, in particolare al grido dei poveri e della Madre Terra, nostra Casa Comune.

sr. Ivoneide Queiroz