L’interessante e un po’ criptico tema del titolo ha accompagnato, sabato 9 giugno 2018 a La Barchessa di Breganze, l’apertura del week end conclusivo dei centenari dedicati a madre Giovanna. A guidare la proposta sono stati Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, docenti di sociologia all’Università Cattolica di Milano ed esperti di comunicazione, sposati da oltre 30 anni, genitori di 5 figli naturali e di 2 in affido, nonni da pochi mesi.
Un’esperienza la loro, prima che uno studio, che li ha portati a rischiare fin da giovani per progettare insieme una vita generativa; e proprio il tema della generatività è stato l’elemento chiave che hanno richiamato anche durante l’incontro. Il post-umano infatti ha qualcosa di positivo da dire, a differenza del trans-umano che si può definire come il “fabbricare la vita e rendere l’essere umano immortale”. Il post-umano sostiene che senza le differenze si sbriciolano le possibilità per l’essere umano di essere pienamente umano. Il ruolo della Chiesa in questo contesto è, a parere della coppia, quello del medium tra la Parola di Dio e l’umano, in particolare in questo tempo di cambio paradigmatico, in cui si corre il rischio di costruire un forziere attorno alla Parola senza porsi in ascolto della vita. “La verità è la parzialità in relazione”, diceva Michel De Certeau e il “il mai senza l’altro”, il camminare insieme, è il luogo della verità, ovvero la frontiera dove stare oggi.
L’invito rivolto ai presenti è stato quello di un vero bagno di realtà e di umanità, animati dalla fede nel Dio di Gesù Cristo, come fece la giovane Giovanna Meneghini nel suo tempo, con tutte le fatiche che ogni epoca porta con sé, in particolare per le donne. Da cristiani, oggi occorre abitare due frontiere: quella dello stare con gli “scarti”, decentrandosi da sé, e quella dello stare nel silenzio, nella preghiera, nel mistero della domanda, nel punto in cui l’uomo riconosce la sua limitatezza. Perché tutti possano vivere appieno in un mondo sempre più umano.
Sr. Naike Monique Borgo