La lode a Dio che nasce dal cammino in gruppo

14
Lug

L’esperienza del gruppo Kar.In

Accompagnare un gruppo significa entrare in un intreccio di storie diverse, di relazioni umane, di gioie e sofferenze, di sogni e aspirazioni vari e mettersi in ascolto, camminare insieme, con attenzione al progetto comune. Quando le persone sono misteriosamente convocate da una mozione interiore dello Spirito, da un suo dono speciale, cioè da un carisma, accompagnare significa contemplare l’azione dello Spirito, valorizzare le diverse sensibilità e far fiorire la bellezza e la forza della vita interiore, della preghiera e della lode.

Questo chiede una presenza discreta, pronta a stupirsi e ad accogliere i fermenti di novità che sintonizzano con l’ispirazione carismatica e dare ali alle intuizioni.

Nell’esperienza religiosa si possono insegnare e apprendere conoscenze spirituali, teologiche, dottrinali; suggerire varie forme di preghiera, della quale il libro dei Salmi offre un ampio repertorio. Ma le preghiere belle, autentiche, nascono dal dolore e dall’amore della gente, dal cuore del popolo e dalla sua fede. Così la preghiera di lode esplode quando la bellezza tocca l’anima, lo stupore sorprende la vita.

Lo Spirito anche oggi opera nella storia e nella vita di tutti e suscita la preghiera di lode. Ne facciamo esperienza più volte nel gruppo, anche attraverso la conoscenza dell’umanità buona di Giovanna, della sua adesione a Gesù mite ed umile di cuore e della sua dedizione per una presenza dignitosa ed evangelica del femminile.

Per esempio, nel gruppo è emersa ammirazione e sorpresa per questa donna che, ancora giovane, a partire da una povertà sofferta e illuminata, si è aperta al mistero di Dio e della vita, aderendo ad una intuizione alta, ad una missione che chiedeva interpretazione e attuazione.  Ha suscitato stupore il desiderio di santità, alla quale aspirava fortemente; ne ha fatto un suo impegno ed esortava le sorelle ad essere sante. Una santità spoglia di effetti speciali, vissuta nell’umiltà, come una silenziosa espansione dell’amore donato.

Questa tensione di Giovanna alla santità, fatta di tanti piccoli gesti quotidiani, gratuiti e possibili a tutti, ha generato nel gruppo una spontanea preghiera di lode: “Signore, ti lodiamo perché ci chiami ad essere santi; perché prometti la ricompensa per un bicchiere d’acqua dato nel tuo nome; sostieni la nostra volontà di compiere ogni giorno gesti di attenzione, di carità, di dono. Donaci di vivere e comunicare il sapore della vita buona e della preghiera”.

È maturata un’armoniosa continuità tra orazione e azione, che esprime i valori e gli ideali conosciuti nella concretezza della vita di famiglia, del lavoro, delle relazioni. Alcuni del gruppo sono impegnati in forme di volontariato sociale o di assistenza; altri investono tempo ed energie per far visita agli ammalati offrendo compagnia e la consolazione della Comunione eucaristica. È una carità squisita anche l’impegno di chi, come insegnante, sa “perdere tempo” nell’ascolto paziente dei ragazzi, aspettando che qualcuno arrivi a porre una domanda, perché è solo allora che si apre l’interesse e la possibilità che un messaggio sia accolto.

Il 23 maggio 2024, nella cappella di Casa Madre, alla presenza numerosa di amici e di suore, sette membri del gruppo Kar.in hanno rinnovato la promessa di appartenenza alla famiglia delle Orsoline; ad essi si sono aggiunte due nuove aderenti, motivo di rinnovata gioia per tutti. La promessa esprime la volontà di seguire il Vangelo di Gesù Cristo, in adesione al carisma della nostra famiglia religiosa, nella diversità dei vari stati di vita. Alla celebrazione a Breganze si è giunti con un carico di emozione, di desiderio e di quella trepidazione che sempre è presente quando si compie un gesto importante; quando si sigilla un impegno di vita, reso pubblico dalla proclamazione di una formula. Nella celebrazione presieduta dal parroco don Matteo Lucietto si respiravano intensità spirituale, familiarità, semplicità, grandezza.

A commento di questo vissuto, nelle comunicazioni quotidiane di gruppo, leggiamo: “Chiudo questo giorno con la festa nel cuore, per me, per il gruppo Kar.in e per l’intera famiglia carismatica”. Un’altra scrive: “dal sorgere del sole fino al tramonto lodate il Signore… ieri è stato così per tutto”!

La lode ha una forza relazionale, esprime una valutazione positiva delle persone, del mondo e di tutte le creature; partecipa ad un respiro che mantiene viva l’anima; ci apre gli occhi sul lato buono della vita. Chi sa lodare “è capace di silenzio, sa ascoltare, sa fare festa, si commuove per il dolore e anche quando tocca la bellezza è umile e grato” (L. Bruni).

Leggere gli scritti di Madre Giovanna è come aprire piccoli scrigni che contengono perle preziose. Con poche parole, apre piacevoli scenari in cui si intravede la capacità di superare disagi o imprevisti con serenità. Racconta che ad un momento conviviale, al quale aveva invitato le amiche della comunità, preso posto a tavola, si rendono conto che le stoviglie sono scarse: “a chi mancava il bicchiere, a chi il piatto …”, ma non mancava il senso della festa e tutto è stato vissuto “in santa letizia”!

In una Memoria annota poi che il Signore l’ha trattata “con tali finezze d’amore da aspettarsi dal suo cuore divino ogni grazia necessaria per condurre secondo i suoi desideri l’opera che stava iniziando”; in un altro passo confida che le grazie ricevute sono state un numero infinito!

Anche in gruppo si raccolgono le meraviglie della vita semplice, le piccole e grandi lodi che fioriscono nel quotidiano.

Una delle presenti racconta della figlia adolescente, che come tutti gli adolescenti, mette in discussione tutto, che contesta la tradizione di andare in chiesa. Una sera la ragazza chiede di uscire in bici, per andare a vedere il tramonto. Una richiesta insolita che suscita qualche interrogativo; la madre gioca un anticipo di fiducia e acconsente. Dopo un po’ arriva un messaggio: una bellissima foto del tramonto e la scritta “mamma, Dio esiste”! E la momentanea, leggera preoccupazione si stempera nella calda luce dell’immagine e di quelle parole, che fanno salire dal cuore un grazie e una lode al Signore.

Vita quotidiana di una giovane famiglia: tre figli e la tranquillità che ogni tanto lascia il posto a turbolenze improvvise. In uno di questi momenti interviene il papà, con parole misurate, senza trasbordare nei toni e in breve riconduce tutto al buon ordine. Mentre la mamma riordina le cose, si avvicina, con garbo la bimba di nove anni e le sussurra: “Sai mamma, hai scelto proprio l’uomo giusto!”. L’espressione porta al sorriso, non solo per la veloce soluzione del problema, ma perché mette in luce una riconosciuta continuità di intesa e di collaborazione di coppia, per la quale è giusto lodare e benedire il Signore.

La preghiera, le riflessioni condivise, i racconti di frammenti di vita con la capacità di cogliere la loro bellezza, diventano ricchezza comune del gruppo, si intrecciano alla corrispondenza della venerabile Giovanna all’amore di Dio e moltiplicano il senso di lode.

“Lodate, benedite il Signore, ringraziate, servite con grande umiltà” è un canto che riecheggia frequente negli incontri Kar.in, come impegno e come preghiera.

Nello stesso giorno, a Monterotondo Giosy Rustico ha rinnovato le promesse, accompagnata dalle comunità di Monterotondo e Roma. Con esse aveva condiviso la gioia e la bellezza di un incontro di preparazione, godendo delle presenza di Regina e Vera, due amiche dei gruppi laicali del Brasile.

sr Graziana Morandin