All’ISSR di Vicenza un corso seminariale dedicato alla figura e al pensiero di Elisa Salerno
A conclusione di un anno ricco di avvenimenti e incontri per celebrare i 150 anni dalla nascita di Elisa Salerno, proponiamo un corso seminariale all’Istituto Superiore di Scienze Religiose «A. Onisto» di Vicenza. Il titolo del corso, La causa della donna può essere santa?, mette subito in evidenza il voler aprire un dialogo tra il pensiero e l’agire della cattolica-femminista con l’oggi. Questo stimolante percorso è coordinato dal teologo don Matteo Pasinato e si svolge in tre moduli dove intervengono docenti esterni. Sr. Michela Vaccari (teologa) che approfondisce la parte dedicata alla biografia e al contesto storico, condivide: “questo corso è un bel regalo di compleanno per Elisa Salerno, perché la sua formazione da autodidatta avviene proprio grazie al seminario di Vicenza. Quella di Elisa Salerno è una biografia interessante: non è semplicemente il racconto di una vita, ma un meraviglioso intreccio tra le vicende storiche ed ecclesiali della sua città, Vicenza, la sua forte passione per lo studio, la singolare vocazione per la causa della donna. Tutto questo diventa straordinariamente stimolante quando prende il nome di femminismo cattolico. Eresia o nuova Pentecoste? Elisa saprà essere una risposta chiara e per questo qualche volta divisiva, ma sempre evangelicamente attenta a non lasciare fuori nessuno”.
Sergio Spiller (sindacalista e storico del lavoro), che cura il modulo sullo sviluppo degli ambiti sociale e politico, sottolinea: “ci sono almeno tre aspetti della personalità di Elisa Salerno che è utile mettere in risalto anche per dare riscontro del rapporto fra elaborazione del pensiero e impegno diretto. Il primo riguarda il suo rapporto con l’ambiente vicentino. Molte sono le ‘angherie’ che ha dovuto subire, a partire dal rifiuto di darle l’eucarestia, al disconoscimento della qualifica di giornale cattolico alle sue riviste. Se la Salerno è stata molto di più di un’esponente della storia locale è anche perché Vicenza ha vissuto in modo diretto molte delle grandi questioni dell’epoca. Il secondo: la Salerno non fu solo una polemista, ma fu, con linguaggio odierno, una militante, pronta a pagare di persona, come quando per continuare la pubblicazione dei suoi giornali arrivò alla vendita dei beni di famiglia. Il terzo: nonostante la Salerno si sia occupata di una molteplicità di questioni, con grande spazio dedicato alla tematica del lavoro delle donne, mantenne sempre come elemento di riferimento la questione femminile”.
Infine, commenta Marinella Perroni (biblista e teologa), che sviluppa il modulo ecclesiale, teologico e biblico: “oggi, dichiararsi cristiana e femminista non fa più lo stesso scalpore di una volta. E abbiamo sempre pensato che si trattasse di una moda importata dai movimenti femministi statunitensi della fine del XIX secolo. Invece, la scoperta del pensiero e dell’instancabile attività di Elisa Salerno, nata nel 1873 in una delle terre più cattoliche della cattolicissima Italia e femminista ante-litteram, ha molto da dire a chi oggi vuole andare alla ricerca delle radici del pensiero teologico del femminismo italiano o, se si preferisce, delle istanze femministe che hanno guidato la presa di coscienza delle donne credenti”.
Concludiamo con le parole di Spiller: “lo sforzo fatto, soprattutto nell’ultimo anno, per recuperare e diffondere il pensiero della Salerno sta allargando la platea di quanti almeno conoscono il personaggio. Tuttavia stiamo correndo il paradosso che sia conosciuta più in ambiente extracattolico che in quello ecclesiale. Ed è un pericolo che non riguarda solo la Salerno, ma l’insieme dell’esperienza storica del movimento cattolico sociale. Assume allora un significato importante la scelta che venga attuato un corso seminariale all’ISSR su questa figura”.
sr Elisa Panato