Nel quarto vangelo che chiamiamo popolarmente il vangelo di Giovanni, è già esplicito il conflitto con il potere del tempio, ormai distrutto fin dal 70 dopo Cristo. Il vangelo di questa domenica è un vangelo scritto circa 100 anni dopo Gesù, cioè 30 anni dopo la distruzione del tempio. Ma con la teologia templare, fortemente radicata, che esclude la gente del movimento di Gesù di Nazareth dalle sinagoghe, il tempio é distrutto ma la teologia escludente continua a rimanere radicata.
Anche oggi nella religione cristiana e nella nostra esperienza cattolica, molte persone sono escluse dalla piena e profonda accoglienza religiosa, e tra queste persone moltissime donne.
Il conflitto si dà come in questo testo del quarto vangelo. Da una parte una teologia centrata sul peccato e sull’unica domanda piena di arroganti risposte: chi ha peccato? E dall’altra parte una teologia centrata su una realtà, su una pratica, gratuita, di grazia amorosa, di cura.
Sputò.. fece fango… e tornò che ci vedeva! Oggi siamo ancora chiamate, chiamati al discepolato. A scegliere chi seguire: Gesù, la luce, affinché chi non vede possa vedere, perché chi si arroga di vedere…diventa cieco! Amen e continuiamo amando.
Maria Soave Buscemi