In-vochiamo la tua presenza: vieni Signore!

22
Dic

Essere comunità orante: il racconto dell’esperienza in Casa Madre

La comunità di Casa Madre invoca la presenza di Dio e ogni giorno chiede: “Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11,1b).

Sì, perché, anche se per la maggior parte siamo suore orsoline da oltre cinquant’anni (abbiamo festeggiato qualche settimana fa tre settantesimi e un sessantesimo anniversario di professione religiosa), noi non sappiamo cosa sia buono chiedere. Impariamo da Gesù e da Madre Giovanna, che insegna alle sue figlie come e per cosa pregare. Lei parla a Dio di quanto ha nel cuore e nel dialogo eucaristico si affida alla sua volontà. Allora la preghiera fiorisce e porta frutti sorprendenti, tanto che scrive: “Il Signore mi condusse per vie che non avrei mai immaginato e tutto mi concesse”, infatti “la preghiera andava innaffiando l’anima mia”.

Qui la preghiera è scandita dalla Liturgia delle ore, modulata sui tempi della luce del giorno, ed ha il primato, reso possibile dalle condizioni di vita della stragrande maggioranza di noi. Qui c’è la gioia e la responsabilità di accompagnare quotidianamente, in maniera orante, ogni altra comunità della nostra Famiglia religiosa e ogni gruppo che attinge ispirazione dalla vita e spiritualità di Madre Giovanna: un giorno al mese si prega per una specifica comunità o gruppo, si diventa intercessione all’inizio della giornata, ma anche con l’offerta del vissuto, in particolare da parte delle sorelle ammalate.

La preghiera ogni pomeriggio, sette giorni a settimana, diventa adorazione, aprendo le porte a chiunque voglia sostare davanti al SS. Sacramento, raccogliendo in questo un vivo desiderio della fondatrice, che qui riposa ed è sovente visitata da molti che chiedono di intercedere per le loro necessità. Le richieste di preghiere spingono ad allargare il nostro cuore e il nostro sguardo al mondo intero, facendoci sentire parte viva e integrante di una storia che ci appartiene e nella quale siamo responsabili della felicità degli altri. Nel mistero eucaristico si coglie l’abbraccio che è per tutto il mondo e lo consegna a noi come comunità di presenza, vicine alle ospiti e ai familiari della casa di riposo Villa sant’Angela. Il mondo si abbraccia concretamente facendo star bene chi si accoglie nella nuova dimora, con l’abbraccio che dice: noi ci siamo, camminiamo e preghiamo insieme. Sono passaggi di vita molto delicati e solo chi si mette nei panni dell’altro riesce a rasserenare chi arriva in questa casa.

Suore e ospiti trovano una comune “invocazione” specialmente nella santa messa che si celebra la domenica, con un cerchio che si allarga ai familiari e agli amici: ci si guarda negli occhi, ci si prende per mano scambiandosi un saluto e un sorriso. È dire: tu sei importante in ogni fase della vita e per questo rendiamo grazie, facciamo insieme eucarestia.

Abbiamo voluto raccogliere dalla loro viva voce l’esperienza semplice, quanto profonda, della preghiera di invocazione: “Ogni giorno si recita insieme il rosario e la coroncina della Misericordia, per chiedere al Signore sostegno al cammino ecclesiale, per l’espansione del Regno di Dio e perché si trovino vie di pace”.

“La preghiera, per come la vivo io, è il respiro della mia vita, il respiro dell’anima, impossibile vivere senza preghiera: è relazione con Dio”.

“È una consegna impegnativa; prende la mia vita e mi dà vita”.

“È una responsabilità che ricevo da Gesù, che mi dice che bisogna pregare sempre senza stancarci”.

“Tutti siamo sulla stessa barca bisognosi di preghiere, di misericordia, di perdono, di incoraggiamento, di salute, di pace”.

“Prego per le famiglie e perché gli sposi siano uniti, educhino i figli e ci sia pace”.

“Le preghiere guariscono le ferite del cuore lasciate dalle offese ricevute, io prego tanto per queste persone”.

“Le richieste di preghiera da parte delle coppie di giovani sposi sono quotidiane e sempre nel mio cuore”.

“Mi piace trovarmi in chiesa per adorare Gesù, è un appuntamento importante per me e per chi ha chiesto di essere ricordato”.

“Ogni giorno prego perché tutti diventino buoni”.

“Il Signore mi prepari a incontrarlo in paradiso”.

Constatiamo che il cammino della preghiera porta a staccarci, progressivamente, da una storia costruita con le nostre mani per accogliere una storia costruita con Lui, il nostro Maestro. È un apprendimento ad abbandonarci con fiducia nelle mani del Signore Gesù che guida la nostra vita, a leggere i segni della sua presenza nelle grazie, ispirazioni, tenerezze di amore e nel perdono, continuamente elargito alle nostre povertà. E così possiamo testimoniare una piccola-grande sinfonia di preghiera dove tutti i suoni, anche quelli che appaiono disarmonici, trovano il loro spazio e la loro preziosa sonorità uniti a tutti gli altri e alla creazione che, con la storia, geme nelle doglie del parto. Vieni, Signore Gesù, vieni presto!

sr Annarosa Zanoni e sorelle di Casa Madre