Durante il mio percorso di Servizio Civile vivo quotidianamente a contatto con ragazze adolescenti e rapportandomi a loro ho avuto e ho la possibilità di avvicinarmi un po’ a un mondo giovanile che, nell’era della tecnologia, delle informazioni accessibili a chiunque e dei più innovativi sistemi di comunicazione, sembra essersi smarrito. Qualche settimana fa, dopo aver notato che i rapper maggiormente ascoltati dalle ragazze parlano principalmente di droga nelle loro canzoni, ho chiesto a una di loro il motivo di tale preferenza musicale. Mi rispose che il linguaggio utilizzato da quei rapper e i temi di cui trattano sono “vicini” al suo mondo e a quello dei suoi coetanei, come se la loro musica riuscisse ad accorciare le distanze e mettersi sulla loro stessa lunghezza d’onda, senza filtri e senza barriere. Questa risposta mi ha colpita molto, come mi colpisce e mi spaventa quando mi raccontano di come certi loro compagni di classe trascorrono le giornate tra alcol, canne e altri eccessi.
L’ADOLESCENZA è quel periodo di transizione tra la fanciullezza e l’età adulta, e si configura come un percorso segnato da una serie di cambiamenti di vario tipo, non solo mutamenti corporei ma anche rilevanti modificazioni dell’assetto sociale e personale. Portare a compimento il processo di formazione dell’identità è uno dei compiti fondamentali nell’adolescenza, periodo in cui si cerca di darsi una personalità e un ruolo ben precisi, periodo in cui la forte spinta all’autonomia e la voglia di indipendenza dal contesto familiare si scontrano con il bisogno ancora presente della guida dei genitori e di quell’insieme di credenze, valori e regole di cui essi sono portavoce. Man mano che l’adolescente si allontana dalla famiglia ricerca sempre più attivamente la relazione con i pari; infatti, appartenere a un gruppo di pari rappresenta il soddisfacimento del bisogno di indipendenza, e questo implica anche aderire alle norme di quel gruppo, ovvero conformarsi: ragazzi di una medesima compagnia adottano modi di vestire, acconciature e linguaggi simili tra loro. Un’altra peculiarità del periodo adolescenziale è la TRASGRESSIONE, che significa superare i limiti, andare oltre i confini; comportamenti quali l’uso di sostanze, l’attività sessuale precoce o non protetta, i piccoli atti delinquenziali, ecc. pur mettendo in pericolo il benessere psicologico, sociale e fisico del ragazzo, hanno una loro funzione. Questi atteggiamenti, infatti, consentono al ragazzo di sfidare le proprie abilità e saggiare le proprie forze, di mettere alla prova i livelli di autonomia e controllo raggiunti e di sperimentare nuovi stili di comportamento. L’assunzione del rischio e la sperimentazione aiutano gli adolescenti a raggiungere indipendenza, maturità e a costruire una propria identità. Inoltre, vi sono altri due fattori da tener conto: in primis, l’ottimismo irrealistico, cioè una distorsione cognitiva che fa sottostimare all’adolescente il rischio che corre, e in secondo luogo, la ricerca di sensazioni, ossia il desiderio smodato e la ricerca attiva di novità e di intensità nelle esperienze quotidiane. La trasgressione, quindi, è un processo fisiologico che deve avvenire per attivare il processo di acquisizione dell’identità, ma diventa un campanello d’allarme nel momento in cui oltrepassa determinati livelli di intensità e sottende motivazioni pericolose quali, ad esempio, lenire ed anestetizzare situazioni di disagio, esprimere senza alcun controllo sentimenti di odio e rabbia repressi o affermare la propria onnipotenza.