La formazione con la guida Maria Grazia Magazzino e l’esperienza della comunità di Pressana
Pregare nel discernimento è una dimensione della preghiera che abbiamo vissuto in un percorso di formazione permanente che ci ha viste tutte coinvolte, dall’Italia al Brasile al Mozambico. Siamo state sostenute e guidate dalla saggia, competente, simpatica e amichevole proposta della dottoressa Maria Grazia Magazzino, formatrice delle guide spirituali ignaziane ed entusiasta sostenitrice dei processi generativi che nascono dal crescere della relazionalità nei gruppi che affrontano, con disponibilità al cambiamento, i tanti problemi della vita e del lavoro comune. Consapevoli che la comunità è per noi donne consacrate a Dio nella vita comune un aspetto fondamentale della nostra esistenza, ci siamo inoltrate con fiducia in questo percorso, animate dalla parola di Dio: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Comprendendo che il Signore si rivela a ciascuna di noi personalmente, siamo cresciute anche nella consapevolezza che come singole vediamo solo parzialmente la realtà, che le nostre ragioni sono sempre limitate, che se ci ascoltiamo reciprocamente e comprendiamo insieme ciò che lo Spirito dice a ciascuna, possiamo discernere quale direzione, azione, scelta sia migliore da fare. Sapendo che si opera il discernimento sui mezzi, non sul fine: infatti, il fine è già dato (la vita evangelica, il bene per tutte e tutti, la vita di Dio che vivifica ogni essere vivente, il servizio all’umanità a imitazione di Cristo Signore…), ma ci sono tanti diversi mezzi che ogni tempo, ogni storia, ogni comunità deve arrischiarsi a scegliere. Sapendo ancora che si sceglierà il “magis”, i mezzi che “meglio” ci aiutano a raggiungere il fine, i quali però non sono mai un assoluto e devono essere sempre sperimentati, verificati, rivisti, a volte abbandonati per sceglierne altri di migliori. Ci siamo “sperimentate” in questo percorso: creando dei momenti di incontro comunitario, usando l’ascolto e la conversazione spirituali come processo, arrivando alla conclusione con il consenso spirituale. I temi da discernere sono stati diversi, scelti da ogni comunità, e hanno animato un lungo anno di incontri, discussioni, conversazioni, impegni, pratiche: “cuori in ascolto dello Spirito”, animate dalla preghiera comune, dal rispetto dei tempi del dialogo, dei diversi ruoli, delle idee diverse, tanto da arrivare alla conclusione con un “consenso”, cioè un senso comune di quello che stavamo vivendo e decidendo.
Abbiamo chiesto a una nostra comunità di presenza pastorale, composta da sr. Damiana, sr. Miranda e sr. Renata, di dirci come l’hanno vissuto, quale preghiera ha animato il discernimento, quali sono state le acquisizioni. La comunità Mater Dei vive a Pressana ed è impegnata nelle Unità pastorali di Pressana-Caselle-Crosare-Roveredo di Guà e di Cologna Veneta.
Come vi siete trovate nel percorso di formazione sul discernimento comunitario?
“In un primo momento sembrava davvero molto difficile- afferma sr. Miranda-, e gli incontri plenari che abbiamo fatto con Maria Grazia Magazzino ci avevano molto affascinato, ma non ci sembravano adatti alle piccole comunità di sorelle che vivono il servizio pastorale. Poi ci siamo incontrate con qualche altra piccola comunità e quindi da sole, noi tre: abbiamo rivisto i contenuti e il metodo che ci era stato proposto, e poco alla volta siamo riuscite a prendere in mano il percorso”. “Ci è voluto del tempo e tanta buona volontà, vari incontri comunitari- dice sr. Renata- per accogliersi e accettarsi veramente nella diversità di idee e di prospettive, anche perché ciascuna ha un modo diverso di esprimersi. L’invocazione allo Spirito Santo, la preghiera che ha sempre aperto i nostri incontri, ci ha aiutate e anche rasserenate, mettendoci nella disposizione d’animo della conversazione spirituale”.
“Certamente la fedeltà alla preghiera comune – afferma sr. Damiana – ci ha aiutate a entrare nel discernimento. Ci siamo anche allenate al silenzio, e questa è stata davvero una conquista per noi! Diciamo che prima, pur essendo in poche, rischiavamo di parlare l’una sull’altra. Il silenzio dopo la comunicazione delle sorelle, sostare qualche breve minuto prima di reagire, di rispondere o di dare il proprio parere, ci ha aiutate anche a fare chiarezza, a comunicare motivazioni e idee con buone argomentazioni”.
Quali sono stati, per voi personalmente e come comunità, i frutti di questo cammino?
“Io devo riconoscere che prima che l’Istituto ci proponesse di imparare a fare il discernimento comunitario, andavo agli incontri con qualche pregiudizio – dice sr. Miranda -: pensavo che il mio parere non sarebbe stato preso in considerazione. Ora però non è più così: la conversazione spirituale, i passaggi chiari di parola, i tempi di riflessione dopo aver parlato o aver ascoltato, mi hanno messo in un atteggiamento più tranquillo, di fiducia nelle altre e anche in me stessa. Sono riuscita a proporre le mie idee, senza volerle imporre. Questo per me è stato un frutto del discernimento”. “Il rispetto dei tempi, il non parlarsi una sopra l’altra, la ricerca di capire bene quello che l’altra voleva esprimere- afferma sr. Renata- è stato un crescere nell’umiltà e nell’attenzione alla voce dello Spirito: a mio parere, questo ha creato una maggiore unità nella comunità, riuscendo a capire le motivazioni delle scelte che siamo andate a fare”.
“Direi che ora siamo una comunità più calma e attenta nell’espressione delle parole, meno giudicante: è un bel frutto di questo percorso – dice sr. Damiana – che ci ha dato anche la capacità di coinvolgerci di più nelle scelte. Una collaborazione e un cammino ancora in atto, e che affidiamo allo Spirito e alle nostre buone intuizioni”.
sr Federica Cacciavillani