Il mosaico ecclesiale

12
Dic

Siamo all’ultimo numero del 2023 sul tema del tessere. Ma come si fa a tessere… chiesa? Nell’anno in corso abbiamo coniugato il verbo tessere con varie realtà sulle quali è stato importante riflettere. A fine anno ci auguriamo che Vita Nuova sia stato uno strumento utile per tessere pace, giustizia, futuro e chiesa!

Mi piace anche considerare la parola tessere come un sostantivo, e pensare a quali tessere sono necessarie per realizzare il mosaico chiesa! Ma che siano fili che creano un tessuto o tessere che formano un mosaico l’idea è la stessa: essere chiesa vuol dire sentirsi piccola parte di un tutto, che è il grande popolo di Dio, dove ognuno ricopre un suo posto insostituibile!

Parole come “tessere” sono state presenti anche nella celebrazione del sinodo, tanto che la terza parte della relazione di sintesi ha come titolo “Tessere legami, costruire comunità”. Per far questo – tessere e costruire – bisogna volere: volere incontrare, volere condividere, voler… non rimanere isolati sempre con il naso nel proprio smartphone e la testa soltanto nei propri problemi. I contributi di questo numero raccontano incontri, esperienze, cammini fatti insieme, e ci mostrano quanto è importante andare oltre il sé!

Andiamo verso il Natale: parleremo di incarnazione, meditando su un Dio che si è fatto umanità, pertanto fragilità. Il papa, parlando a braccio su questo tema, ebbe a dire: “È audace la decisione di Dio. Si fece carne proprio lì dove noi tante volte ci vergogniamo. Entra nella nostra vergogna per farsi fratello nostro, per condividere la strada della vita”.

Quel Verbo che ha condiviso la nostra umanità invita noi ad essere sorelle e fratelli tutti, come fili che si intrecciano con le storie di quanti sono disumanizzati e impoveriti da vicende provocate da una storia spesso violenta e tragicamente escludente le categorie più fragili; come tessere dell’unico mosaico, in quanto disposti a condividere gioie e dolori, desideri e paure, speranze e tristezze. Solo dopo possiamo fermarci in silenzio davanti al presepe e gustare la tenerezza di un Dio fattosi vicino!

Madre Maria Luisa Bertuzzo

 

Siamo all’ultimo numero del 2023 sul tema del tessere. Ma come si fa a tessere… chiesa? Nell’anno in corso abbiamo coniugato il verbo tessere con varie realtà sulle quali è stato importante riflettere. A fine anno ci auguriamo che Vita Nuova sia stato uno strumento utile per tessere pace, giustizia, futuro e chiesa!

Mi piace anche considerare la parola tessere come un sostantivo, e pensare a quali tessere sono necessarie per realizzare il mosaico chiesa! Ma che siano fili che creano un tessuto o tessere che formano un mosaico l’idea è la stessa: essere chiesa vuol dire sentirsi piccola parte di un tutto, che è il grande popolo di Dio, dove ognuno ricopre un suo posto insostituibile!

Parole come “tessere” sono state presenti anche nella celebrazione del sinodo, tanto che la terza parte della relazione di sintesi ha come titolo “Tessere legami, costruire comunità”. Per far questo – tessere e costruire – bisogna volere: volere incontrare, volere condividere, voler… non rimanere isolati sempre con il naso nel proprio smartphone e la testa soltanto nei propri problemi. I contributi di questo numero raccontano incontri, esperienze, cammini fatti insieme, e ci mostrano quanto è importante andare oltre il sé!

Andiamo verso il Natale: parleremo di incarnazione, meditando su un Dio che si è fatto umanità, pertanto fragilità. Il papa, parlando a braccio su questo tema, ebbe a dire: “È audace la decisione di Dio. Si fece carne proprio lì dove noi tante volte ci vergogniamo. Entra nella nostra vergogna per farsi fratello nostro, per condividere la strada della vita”.

Quel Verbo che ha condiviso la nostra umanità invita noi ad essere sorelle e fratelli tutti, come fili che si intrecciano con le storie di quanti sono disumanizzati e impoveriti da vicende provocate da una storia spesso violenta e tragicamente escludente le categorie più fragili; come tessere dell’unico mosaico, in quanto disposti a condividere gioie e dolori, desideri e paure, speranze e tristezze. Solo dopo possiamo fermarci in silenzio davanti al presepe e gustare la tenerezza di un Dio fattosi vicino!

Madre Maria Luisa Bertuzzo