Dal Vangelo di Giovanni 2,13-25
Giovanni, a differenza degli altri evangelisti, dedica alcuni versetti in più a questo racconto e soprattutto gli conferisce un significato più profondo inserendolo all’inizio del suo vangelo e non alla fine. Per Giovanni è una specie di porta d’ingresso per comprendere tutto il vangelo, per capire dove non è la “casa” di Dio e dove invece possiamo “trovarlo”. Gesù scaccia i mercanti rimproverandoli di aver trasformato il tempio in un mercato; noi, oggi, stiamo facendo l’operazione opposta: trasformiamo il mercato in un nuovo tempio!
I mercanti di buoi e pecore scacciati da Gesù erano coloro che vendevano gli animali da offrire al tempio a coloro che erano più ricchi. Ai venditori di colombe, l’offerta dei poveri, Gesù dice: “Portate via queste cose”. Come dire: andate via, cercate altrove.
Il gesto di Gesù è un gesto forte, ma soprattutto profetico che dall’inizio del vangelo ci dice che il tempio di Dio è il corpo di Gesù: la casa di Dio non è il mercato, non sono le pietre o il potere, ma i corpi! I corpi di ciascuna e ciascuno di noi, di tutti i poveri della nostra terra, e in modo particolare, di coloro la cui carne è venduta al tempio-mercato.
Donatella Mottin