Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima è intitolato Il Vangelo dell’incontro della donna samaritana con Gesù. Mi sembra importante sottolineare, in un respiro di impegno missionario, a partire dal nostro corpo di donne, tutto tessuto di anima, il contesto geografico e religioso di questo testo del quarto vangelo. È un territorio definito stile ed eretico, “dai giusti, dai puri” della religione giudaica di Gerusalemme e del Monte Sacro di Sion. Non del monte Garezin della Samaria, territorio che Gesù sta attraversando.
È mezzogiorno, Gesù riconosce, nomina la sua sete. Il pozzo di Giacobbe, non appartiene al suo popolo. Gesù non ha corda, non ha secchio per attingere acqua. Gesù riconosce la sua sete; ma l’ora è impropria e il pozzo è di un popolo impuro, eretico e li al pozzo c’è una donna. C’è un essere considerato dalla religione e dal potere, ancora più impuro ed eretico: una donna samaritana.
Gesù le dice la sua sete. Cerca acqua ad Altra e Altrove. Riconosce che può placare la sua sete bevendo al pozzo di Altra e Altrove. Gesù respira con questa donna una profonda esperienza di Amore, relazione di acqua che disseta, annuncio missionario di liberazione da tutti “i mariti”: cinque. Gli imperi assiro, babilonico, persiano, greco, e romano che avevano massacrato questo popolo, e i mariti che massacrano questa donna nel patriarcato, che opprimono le anime delle donne, tutte tessute di corpo e l’annuncio missionario. Questa donna è la prima missionaria dell’unico annuncio che conta: Gesù è il Messia. Amen e continuiamo amando.
Maria Soave Buscemi