Per Rany, brasiliana di Roraima, la malattia è stata scoperta nel gennaio 2021 dopo aver notato qualcosa di strano durante un autoesame del seno.
All’inizio pensava che potesse essere qualcosa legato alla sua protesi di silicone. Dopo aver cercato un aiuto specialistico e essersi sottoposta a una serie di esami, ha scoperto che non era così: l’elemento estraneo nel seno destro era un tumore di 8,5 centimetri.
“La protesi nascondeva il tumore – ha detto – ero in ansia, ma in nessun momento ho avuto paura della morte. Mi sono sempre sentita molto protetta, molto accompagnata. I medici che si sono presi cura di me mi hanno sempre fatto sentire al sicuro e questo, credo, mi ha aiutato molto in questo cammino” afferma Rany.
Suo figlio maggiore, Micaell, ha dichiarato che la scoperta della malattia della mamma ha portato con sé un’insieme di sentimenti: “Per me il cuore è stato pesante quando ho saputo del tumore. Nonostante la sensazione di ‘andrà tutto bene, supereremo tutto questo’, la paura riempie sempre il nostro cuore, insieme a un sentimento di ingiustizia. ‘Perché è così? Cosa sta succedendo? Perché esiste una malattia del genere?’ Ma ad ogni visita medica, ad ogni chiamata, la resilienza di mia madre e il suo ottimismo erano così forti che tutte le mie preoccupazioni sparivano, ero sicuro che tutto avrebbe funzionato, e così è stato.”
Ma proprio all’inizio della chemioterapia, Rany ha avuto un’altra spiacevole sorpresa. Pur seguendo tutte le raccomandazioni mediche, è risultata positiva al Covid-19.
“Ero molto spaventata – ha raccontato Rany – perché avevo già iniziato la chemioterapia e avevo un sistema immunitario molto basso, inoltre soffrivo di asma. Era difficile rimanere concentrata durante questo periodo. Mi sentivo a corto di fiato, avevo la diarrea e molto dolore generalizzato nel corpo. Ma grazie a Dio non ho avuto bisogno di ricovero in ospedale e sono riuscita a superare questa fase”, ricorda.
Rany è stato sottoposta a un lungo trattamento, di 16 sessioni di chemioterapia e altri processi necessari. Alcuni dei suoi movimenti erano compromessi, ha subito più di un intervento chirurgico e sofferto con la caduta dei capelli. “Quando i miei capelli hanno cominciato a cadere troppo ho deciso di tagliarli. Ho preso le forbici, mi sono messa davanti allo specchio e mi è venuta voglia di piangere. Avevo paura di sembrare brutta, ma mi sono detta: ‘Tu non sei una figlia di Dio? Pensi che Dio sia brutto?” Lì ho sentito un’energia meravigliosa e ho capito che, se diciamo che siamo a immagine e somiglianza di Dio, come posso pensare che ad un certo punto posso diventare brutta? È lì che ho preso coraggio.”
Ora, nella fase finale del trattamento, Rany sta accompagnando la crescita dei suoi capelli ed é positiva riguardo a tutto ciò che ha passato. Questa esperienza negativa ha saputo trasformarla in opportunità per apprendere cose nuove, per incontrare donne che hanno attraversato lo stesso processo e mettersi a disposizione per fornire loro un supporto.
“A tutte le persone che hanno ricevuto questa diagnosi lascio un messaggio: il cancro non è una condanna a morte ma un invito alla vita”.
Rany ha saputo trasformare la sua esperienza in nuove opportunitá, come il Café das Divas, un gruppo di sostegno per le donne con questa malattia, e usa il suo Instagram per demistificare il cancro con professionisti e persone che lo hanno sconfitto. Oggi Rany vive con gratitudine e con una nuova percezione della vita.
Rany Ramos Alves
(“Café das Divas” si tiene presso la Casa do GAPC, Gruppo di sostegno per le persone affette da cancro, dove, con il caffè e un piccolo lanche, viene offerto un ambiente di sostegno, accompagnato da indicazioni e conferenze motivazionali.)