Si potrebbe dire “non solo 8 marzo, ma anche 7 aprile”. La festa della donna in Mozambico viene celebrata infatti il 7 aprile. Perché? Lo potete scoprire in questo articolo che arriva proprio dal Mozambico! Buona lettura!
Il 7 aprile il Mozambico celebra la Giornata della donna mozambicana in onore di Josina Machel, moglie del primo presidente del Mozambico indipendente, che perse la vita, proprio in questa data, nel 1971.
Secondo la storia, in vita Josina Machel, fu responsabile del Dipartimento degli Affari Sociali e capo della Sezione Donne del Dipartimento degli Affari Esteri.
La stessa storia riconosce Josina Machel come una donna che ha combattuto per i diritti delle donne e, con sufficiente coraggio durante la guerra, contro il colonialismo portoghese.
Per me, donna mozambicana questa giornata simboleggia il riconoscimento delle donne, come parte o membro della società mozambicana in particolare e del mondo in generale.
In un momento in cui lo Stato mozambicano tende a valorizzare le capacità intellettuali e umane delle donne, le quali hanno dimostrato di essere in grado di svolgere qualsiasi attività che in passato era considerata tipicamente maschile, come ad esempio occupare posizioni che erano inconcepibili per le donne.
Culturalmente, in Mozambico, la donna è considerata il fondamento della famiglia. E vedere questa donna lasciare il seno domestico per occupare posizioni di leadership in vari settori di attività è un grande guadagno.
Noi, donne mozambicane, celebriamo questa data con le nostre vesti colorate di “CAPULANA” (tessuto tipico africano) che rappresentano la nostra cultura.
Fidência Moreira
In occasione della festa della donna mozambicana, sr Margherita Drago è stata invitata a spiegare come le suore orsoline contribuiscono alla crescita e alla valorizzazione della donna nella società mozambicana con le due comunità presenti. Riportiamo il suo prezioso contributo.
Un dono importante che lo Spirito ci ha offerto come Congregazione di Suore Orsoline SCM è l’impegno per “la salvezza e la santificazione della classe popolare femminile”.
Noi, suore Orsoline, vogliamo essere donne che servono il popolo, con quello che abbiamo di ricchezza umana, spirituale e condivisione di beni, cercando di evitare l’assistenzialismo che genera dipendenza.
Per questo ci siamo messe in un ascolto radicale della realtà nella quale le persone vivono, specialmente delle donne, quelle più ai margini, perché la vita vera è l’arte dell’incontro.
Ci siamo sentite chiamate a trasformare, ciò che sembra fragilità, in un tessuto, in un INTRECCIO di dialogo, di collaborazione, di cooperazione tra donne.
“Una cosa nuova è sempre preceduta da un sogno, o una promessa”, nelle grandi o piccole realizzazioni.
Faccio mie le parole di un vescovo della mia terra, don Tonino Bello: “Non dobbiamo limitarci a sperare, avere speranza, dobbiamo organizzare la speranza”, allora la nostra speranza deve tradursi in scelte e gesti concreti di solidarietà, di giustizia. Senza questo, l’economia dello “scarto” condizionerà il vivere ai margini di molte persone, specialmente donne.
– L’ economia dello scarto, distrugge la struttura sociale, “la vita umana”. Allora organizzare la speranza per avere vita vera quotidiana – nelle relazioni umane, economiche, negli impegni sociali.
1) cosa abbiamo iniziato?
PROGETTO MÃOS UNIDAS – iniziato nel 2006 nel nostro garage di casa con corso di taglio e cucito, ricamo e artigianato, usando come materiale la “capulana” (tessuto africano) soprattutto per offrire a donne malate o vedove povere, uno spazio di convivenza e per imparare una possibile fonte di guadagno per un autosostegno. “Solo unendo le mani, le forze, le capacità, possiamo trasformare le nostre vite” è il motto.
Nell’anno 2021 abbiamo iniziato un altro progetto:
PROGETTO TABITA: DONNA IMPRENDITRICE – Progetto di “piccola impresa” che è la possibilità della donna di avere un’opportunità concreta per migliorare la vita in modo realmente effettivo. Tabita tradotto vuol dire gazzella, un animale bello, agile, elegante. Tabita è una donna del Nuovo Testamento, cuciva tuniche per donne povere e con loro agiva, insegnando e imparando. Indica alle donne un cammino che – essere solidali, condividere capacità e conoscenze – dà la possibilità di costruire autonomia e lasciare la dipendenza sociale che mantiene le donne vulnerabili e facili al ricatto.
Obbiettivi del progetto TABITA:
Formare e potenziare donne per gestione di vendita
Offrire un valore iniziale per il progetto
Ogni donna deve preparare un piano di Attività di vendita.
Monitorare la capacità di vendita, fino a 11 mesi.
- Nell’incontro iniziale ogni donna sceglie il tipo di negozio, i prodotti. La previsione della richiesta dei prodotti é una parte importante per la riuscita della piccola impresa.
- Ogni donna fa un Piano di attività basato sui prodotti di vendita.
Tre domande alle quali ognuna deve rispondere:
- a) La tua idea di vendita darà lucro? Come tu sai?
- b) Quanto userai per l’Investimento? E per il Fondo cassa?
- c) La tua piccola impresa riuscirà a sostenere la parte che ritirerai per sostenere la famiglia?
Se hai queste risposte, complimenti, caso contrario, sta attenta perché la tua piccola impresa potrebbe fallire in poco tempo…
- Facciamo visite ad ognuna nel locale di vendita:
-settimanale nei primi 6 mesi;
-quindicinale ne mesi seguenti.
- Incontri mensili con le donne:
– condivisione sullo sviluppo dell’attività,
– analizziamo insieme le difficoltà e le possibili soluzioni
- Vediamo insieme i prodotti che danno più lucro.
- Aiutiamo le donne a entrare nel mercato
2) I frutti della donna imprenditrice raggiungono il sociale
I guadagni di questa piccola attività non sono soltanto della donna.
– La donna con questa attività cambia la sua vita, e la sua riuscita si riversa e migliora la famiglia, in particolare è si ripercuote nel sociale.
-Non è novità che, praticamente, tutte le donne possiedono una tendenza a un comportamento imprenditoriale: identificano problemi, opportunità e propongono soluzioni; curano la casa, sono spose, e madri.
Infine, sono esseri pieni di intuizione, sensibilità, con un dominio naturale alla comunicazione, oltre a possedere uno sguardo molto empatico con il prossimo.
– La presenza della donna nel mercato è una forma per ridurre le differenze di genere e le condizioni per una vita degna. Il suo desiderio è crescere nella qualità di vita.
– Per la donna è naturale investire nell’educazione dei figli, nella famiglia.
Una di loro ha detto: “Noi ci impegniamo nella piccola vendita non solo per necessità. Vogliamo mostrare al “mercato” che davanti a tutto quello che una donna passa nella società, quando una donna fa, lo FA BENE”.
3) La donna non cerca l’indipendenza economica
Il suo desiderio è un cambiamento positivo per tutti, che abbraccia la società. Quindi per la donna è una grande sfida.
4) Sfide e segni-impronte che balzano all’attenzione:
– L’ Autostima
– La sicurezza in se stesse
Le donne sono passate recentemente ad avere più contatto con il mondo commerciale, a differenza degli uomini che già sono abituati, e possono sentirsi insicure, non pronte per gestire una attività commerciale. Questo si riflette nelle sue attitudini e indebolisce la fiducia verso gli altri imprenditori.
Sr. Margherita Drago
“È un monte alto da salire, ma percorri con coraggio il cammino se vuoi trovare la luce”.
“Nell’osservare il complesso delle cose scorgo essere sempre più la mano di Dio che guida tutto”
Madre Giovanna Meneghini