Fondatrice

In quanto a novità il Signore non teme concorrenza! Giovanna l‘aveva imparato bene.

Più di una volta la sua sconcertante imprevedibilità l’aveva lasciata stupita e confusa. Come quando intuì che il Signore le chiedeva di dare inizio a qualcosa di nuovo… allora, con schiettezza e semplicità, Giovanna Lo circondava di appassionate domande: “Signore, siete Voi, o sono io? Se sono io, mettetemi a posto, se siete Voi, parlate, ma forte e chiaro a colui che guida l’anima mia, giacché io sono vostra e a tutto disposta”! Era lui!

Dopo anni di fedele ascolto della Sua Parola, di gioiosa adesione alla Compagnia di S. Angela Merici e di costante confronto con chi seguiva il suo itinerario di risposta all’Amore, Giovanna aderì totalmente a quel misterioso progetto, intravvisto un giorno ancora confusamente, come in una “nuvola”: fondare una nuova famiglia di religiose apostole.

Dove? A Breganze, tra la sua gente, per tutta la gente.

 

 

In una “bianca casetta”, poco distante dalla Chiesa nel giorno dell’Epifania del 1907, iniziò con l’arrivo di Orsola e di Angela, due giovani amiche di Giovanna, la fondazione della prima comunità delle Suore Orsoline del S. Cuore di Maria. 

Fu un grande giorno per Giovanna che, certamente quella sera, sentì il Magnificat esplodere nel petto come già era successo a Maria, l’umile donna di Nazareth che aveva detto “sì” a Dio. Fu un grande giorno anche per la Chiesa che, attraverso Giovanna e le sue Figlie, riceveva dallo Spirito Santo un nuovo carisma: rivivere il mistero di Gesù Servo del Padre, mite e umile di cuore, nella perfetta abnegazione di sé per l’apostolato tra le giovani e le donne di ogni tempo e di ogni ambiente.

 

Giovanna: presenza viva

Le campane stavano suonando a festa quel sabato in cui Giovanna morì. Era il 2 marzo 1918.Non ancora cinquantenne, il viso delicato, disteso nell’ultimo sorriso, ora la 2madre” avrebbe continuato in un altro modo ad essere viva.

Il transito di Giovanna ebbe qualcosa di singolare!

I bambini e le fanciulle che tanto aveva amate, adesso sgusciavano da dietro le giovani suore in lacrime, si avvicinavano a lei senza timore, le prendevano le mani e la baciavano.

Qualcuno tra i presenti disse che standole accanto sentiva un insolito profumo, come la scia carica di aromi che lascia dietro di sé lo Sposo venuto a prendere la sposa… La grandezza umana e spirituale che Giovanna raggiunse fu colta con chiarezza dalla gente di Breganze quando ancora la “Madre” era in vita.

Molte persone ricorrevano a lei, sicure che la luce dello Spirito abitava nel suo cuore e le donava una saggezza e profondità familiare solo a chi dimora nella Parola del Signore.

La morte di Giovanna non fece altro che aumentare la stima e l’affetto che la gente nutriva per ”l’angelo”, “la santa”, come spontaneamente era chiamata in paese.

Questa fama non diminuiva con il passare del tempo, anzi si radicava sempre più tra quanti avevano conosciuto Giovanna, tanto che, quando nel 1968 si traslarono i resti della sua salma dal cimitero di Breganze alla cappella della casa Madre, la partecipazione del popolo fu solenne e festosa, chiarissima testimonianza della sua singolare e viva presenza.