Annotazioni sull’esperienza di Presenza Donna
Nel viaggio che “Vita Nuova” sta compiendo attraverso i quattro principi proposti in Evangelii gaudium, come Centro Documentazione e Studi Presenza Donna ci siamo subito sentiti provocati da questo terzo principio: “la realtà è superiore all’idea” (EG 231). Che cosa può dire questo binomio a un luogo, fisico e umano, che sembra fondarsi primariamente proprio su idee, libri, studi e riflessioni? E che cosa anche Presenza Donna può raccontare, nel suo piccolo, dell’esperienza di operare “tra idea e realtà”?
Ci pare dunque che questa possa essere l’occasione giusta per provare a fare il punto sul Centro studi patrocinato con coraggio e lungimiranza dalla congregazione orsolina; per ripercorrere la strada da cui veniamo, rimettere a fuoco lo stile e il progetto che proviamo ogni giorno a incarnare, delineare piste di futuro percorribili, provocati e accompagnati dai principi che papa Francesco ci suggerisce.
È proprio il papa a specificare che “è pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma”, e che tra realtà e idea “si deve instaurare un dialogo costante”. Questo dialogo costante è rappresentato in qualche modo già nel logo del CDS Presenza Donna disegnato da Chiara Peruffo: assieme al volto di donna compaiono un libro aperto e la città, a mostrare questo desiderio di porsi come strumento di ascolto e crescita per un territorio e le persone che lo abitano; a dire che l’attività culturale del Centro si apre alla realtà delle donne che vivono la realtà di un contesto in tutti i suoi ambiti: civile, culturale, educativo, religioso, ecclesiale, familiare, ecc.
Risalendo alle origini del CDS, possiamo trovare altri due esempi di prevalenza della realtà sull’idea. Ce li forniscono due figure di donne che continuano in qualche modo a ispirare l’idealità ma anche le attività del Centro: Elisa Salerno e la venerabile Giovanna Meneghini. Quest’ultima, fondatrice delle suore Orsoline SCM che nei primi anni ‘80 hanno dato vita al Centro Studi e Documentazione Presenza Donna, è sempre stata maestra di incarnazione, di vicinanza concreta e quotidiana alle donne, capace di lasciarsi interpellare dalla concretezza della vita che esse vivevano, in primis nel lavoro. Venendo poi a Elisa Salerno – “lavoratrice del pensiero” tutt’altro che astratta, smarcata o negligente rispetto alla realtà che la circondava – non va dimenticato che un passaggio decisivo per la nascita del CDS è stata proprio l’acquisizione dell’archivio della grande pensatrice femminista e cattolica vicentina. Un lascito inaspettato: nei primi anni ‘80 le nipoti di Elisa Salerno conoscono le suore orsoline e il loro carisma attento alla promozione della donna, e scelgono di affidare alla congregazione tutto il materiale della pensatrice. Una realtà che sorprende, dunque, ma che compresa come segno innesta circuiti di studio e pensiero, capaci a loro volta di generare cammini, pratiche nuove e feconde.
C’è poi anche l’esperienza del pensiero femminista a fornire esempi di intrecci fecondi tra idea e realtà, soprattutto con la pratica del “partire da sé”, dalla propria storia e dal proprio mondo, per agire e operare cambiamenti nelle realtà più ampie. La cultura e gli studi di genere e il pensiero della differenza che conduce alla reciprocità (ben più che complementarietà) tra donne e uomini, hanno guidato e guidano l’attività del Centro studi: un attento e tenace lavoro sul linguaggio, la decostruzione degli stereotipi di genere, il nodo tematico relativo a ruoli-potere-autorità… grandi campi tematici e di riflessione, che nascono però dalla realtà e dalle pratiche delle donne, e che sulla realtà vogliono poi operare.
“Fare cultura” non è faccenda per solitari, e anche da questa esigenza nasce nel 1996 l’associazione Presenza Donna: Centro studi e associazione provano a diventare sempre più un laboratorio vivo di idee, radicato nella realtà della vita delle donne, suore e laiche, e anche degli uomini (laici e consacrati), che dalla realtà e dalle pratiche tenta di far emergere idee nuove. E proprio questo circolo virtuoso tra prassi e idea sembra un obiettivo da raggiungere, se come scrive anche papa Francesco “l’idea è in funzione del cogliere, comprendere e dirigere la realtà” (EG 232).
Un’altra modalità di intreccio con la realtà che sorprende, per Presenza Donna è rappresentata dall’evoluzione di alcuni suoi gruppi, tracciata a partire dalle richieste ed esigenze delle persone che vi partecipavano: è così che dai weekend di formazione è nato un gruppo di studio; è dalla voglia di mettersi insieme in ascolto della Parola che è nato il gruppo biblico. Un’attività culturale agganciata alla realtà deve anche imparare a terminare alcune proposte, chiudere certe attività che giungono a compimento, facendo atto di obbedienza al reale senza pretendere di replicare vuoti contenitori ormai privi di vita.
“La realtà semplicemente è, l’idea si elabora” (EG 231), ricorda papa Francesco. Anche a partire da ciò viene poi un altro risvolto, arricchente e faticoso, che ha a che fare con il costante processo di incontro e confronto con altre realtà associative e formative del territorio: con la preghiera dell’8 marzo, con il percorso ecumenico, nelle varie attività proposte insieme al Centro Culturale San Paolo e soprattutto, in tutti questi anni, nei percorsi di confronto e studio insieme al Forum delle associazioni femminili del vicentino, luogo di dialogo che raccoglie diversi approcci socio-culturali, diverse competenze ma anche differenti visioni del mondo. Da questo punto di vista, il CDS e l’esperienza attiva con Presenza Donna possono diventare palestra per esercitare l’arte del confronto come pratica correttiva alla presunzione di autosufficienza che sempre rischia di tentare ogni “orticello culturale”; c’è bisogno di misurarsi anche con l’obiezione di altri e la contraddizione, per recuperare e mantenere un’idea di realtà.
Tra questi salutari incroci di collaborazione, non dimentichiamo quello con i progetti di Servizio civile nazionale, a cui partecipa da anni la congregazione e con essa Presenza Donna. Il Servizio civile aiuta a mantenere aperta una finestra sul coinvolgimento e l’impegno delle donne in pratiche di pace, nonviolenza e impegno civile, ma al tempo stesso tiene il CDS un po’ più in contatto con il mondo giovanile: inutile nascondersi la difficoltà di agganciare giovani donne e uomini nei dibattiti e negli approfondimenti di temi legati al femminile. “Leggendo solo un assaggio del patrimonio librario conservato nella biblioteca, durante il Servizio civile ho approfondito temi di forte attualità e urgenza: la tratta, il genere, l’immigrazione… l’impegno del Centro però va oltre le parole e i testi che custodisce, e promuove momenti culturali volti a sensibilizzare le persone, diffondendo idee capaci di migliorare la realtà”, racconta la volontaria Arianna Bertuzzo, che ha appena terminato il suo servizio civile a Presenza Donna. “In quest’anno ho sviluppato un maggiore discernimento, abilità che purtroppo non si impara più a scuola: conoscere da vicino associazioni come Presenza Donna aiuterebbe noi giovani ad avere un approccio più critico alle cose, per capire cosa sarebbe giusto fare e metterlo in pratica”.
Un altro interessante contatto con il mondo giovanile inizia ora a svilupparsi attraverso il progetto di “Alternanza scuola-lavoro”, che nell’estate scorsa ha visto tre studenti e studentesse del liceo Pigafetta di Vicenza al lavoro presso il CDS, provocati da tante questioni legate al femminile e messi in contatto con gli strumenti che il Centro e la sua biblioteca offrono a chiunque.
Ne emergono una strada e un quadro multiformi, ricchi del work in progress tipico della realtà. Il Centro Documentazione e Studi Presenza Donna vuole prendere sul serio il principio indicato in Evangelii gaudium. C’è da valorizzare il buono che già c’è, come le tante proposte e la ricca biblioteca (e il libro è sempre, anche, una forma di appropriazione della realtà), e potenziare magari la linea di elaborazione di pensiero (teologico, sociologico, formativo-pedagogico, ecc.) che se si attiva “in funzione del cogliere, comprendere e dirigere la realtà” può portare davvero buoni frutti: un pensiero più lungo nel tempo e più largo nello spazio delle differenze e alterità, capace di intrecciarsi alle pratiche e orientarle per migliorare la realtà che ogni giorno viviamo insieme.
Enrico Zarpellon