Essere donna consacrata in una zona di frontiera

16
Mag

Il termine confine è spesso usato come limite geografico che delimita gli spazi attraverso una divisione, per delimitare e dividere due paesi diversi. Ma per i migranti il confine è un ventaglio di possibilità: è uno spazio che genera relazioni sociali, incontri, speranza, sogni; è l’approssimarsi della “Terra Promessa”. In altre parole, più che dividere, la frontiera unisce le esperienze ed è un’esperienza di risignificazione della vita e della resilienza. È stata l’esperienza di attraversare i confini, con la mia famiglia, che ha risvegliato la mia vocazione alla vita missionaria la quale mi permise di camminare ed essere una suora missionaria scalabriniana. Sono 38 anni di Vita e Missione con migranti e rifugiati, in uno scambio permanente, condividendo con loro la fragilità del cammino e unendo le forze con loro.

Essere donna, missionaria, “migrante con i migranti” è un compito impegnativo, sia in ambito sociale che ecclesiale. Nell’ambiente sociale prevalgono spesso titoli, cariche e poteri che manifestano suoni forti e gravi, quasi soffocando la voce tenera, presente, vivace, espressiva ed esperienziale della vita missionaria femminile. Ed è in questi spazi pubblici che emergono la creatività, il coraggio e la richiesta di diritti e giustizia. Di solito insieme ad altre donne e con argomenti comprovati in mano. Nell’ambiente ecclesiastico ed ecclesiastico sopravvivono i resti del potere, del comando gerarchico e patriarcale. Tuttavia, la forza che emana dalla sinodalità, dal dialogo e dall’impegno comune diventa sempre più forte nella Chiesa che cerca di camminare insieme. In questo spirito di amore solidale, la Vita Religiosa diventa sempre più una presenza che provoca trasformazione.

Sperimento, nel mio cammino quotidiano, le sfide di chi parte, di chi arriva, di chi prosegue il cammino. È come se i miei piedi si muovessero insieme, si fermassero per un attimo e intravedessero possibilità oltre il confine. Così vivo e sperimento la missione, al di là del suo itinerario geografico, un appassionato programma di vita, nella ricerca di percorsi che rivendichino la solidarietà, il rispetto, l’indipendenza economica, la libertà di scelta e il diritto di costruire la propria vita ed essere protagonisti della propria storia.

Irma Terezinha Lucia Santin, msc *

 

  • * Ir. Terezinha, scalabriniana, lavora da qualche anno qui in Roraima. Attualmente è presidente della Caritas e coordinatrice della pastorale dei migranti.E’ molto attenta alla causa dei poveri e dei disperati.
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