Epifania: esplosione di luce

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Gen

“Verso la sera del 5 gennaio…”. Inizia così la memoria scritta di madre Giovanna Meneghini più celebre tra le suore orsoline scm. E’ quella che ricorda l’inizio, il fiorire del primo germoglio di una famiglia religiosa che da Breganze (VI) si muoverà verso il mondo. Sr. Anna Maria Confente propone una lettura di questo inizio di famiglia unito alla festa dell’Epifania. Qui la versione portoghese.

Epifania. Esplosione di luce in una realtà religiosa, culturale e sociale ormai lontana dalla nostra quotidianità apparentemente normale, intrisa di buone abitudini, di un certo benessere, di una vita abbastanza tranquilla. Di tanto in tanto, qualche “terremoto” sociale, politico, economico ed esistenziale ci scuote e ci pone degli interrogativi. Siamo particolarmente abili a tranquillizzare le nostre paure e i problemi con piccole luci superficiali che ci anestetizzano, ma non curano.

Constatiamo che il mondo popolare e quello economico sembrano avere ancora bisogno di far “brillare” qualcosa; perciò è “nata” la befana (termine che deriva da Epifania) con le sue tradizioni, per far concludere serenamente e “in bellezza economica” le festività natalizie. Il tutto fa vivere emozioni simpatiche ma effimere, che passano velocemente senza lasciare una profonda scia di gioia. Forse ormai solo una minoranza si ricorda che il 6 gennaio celebra la prima manifestazione “pubblica” di Cristo, con l’omaggio che gli fu reso dai Magi.

Un grande mistero di luce, è stato intravisto anche da Giovanna Meneghini, una intuizione interiore, una luce che dal profondo dell’animo illumina la prospettiva futura: una comunità di sorelle consacrate a Gesù, in attenzione di carità verso ogni creatura. Giovanna ha detto sì a quella epifania; un sì sapiente e coraggioso.  Infatti il giorno 5 gennaio 1907, festa dell’Epifania, a Breganze (VI), in una “bianca casetta” poco distante dalla chiesa, con l’arrivo di Orsola e di Angela, due giovani amiche di Giovanna, ebbe inizio la Fondazione della “famiglia” delle Suore Orsoline del S. Cuore di Maria.

È stato sicuramente un grande giorno per Giovanna e le due amiche che, quella sera, hanno cantato e rivissuto l’esperienza del Magnificat, come Maria, l’umile donna di Nazareth che aveva detto “sì” a Dio. È stato un giorno di luce anche per la Chiesa che, attraverso Giovanna e le sue figlie, ha ricevuto dallo Spirito Santo un nuovo carisma: rivivere il mistero di Gesù Servo del Padre, mite e umile di cuore, nella perfetta abnegazione di sé per l’apostolato tra le giovani e le donne di ogni tempo e di ogni ambiente.

 Negli anni, il numero delle sorelle è aumentato, la loro presenza si è diffusa in Italia e poi in altri continenti (Brasile e Africa). Ma, dagli inizi ad oggi, la festa dell’epifania esercita una forza di attrazione che porta tutte a ritrovarsi insieme per celebrare la “manifestazione” di Dio e del suo progetto.

È la forza della memoria. Le prime sorelle facevano viaggi faticosi, a piedi, con il freddo, trasportate dalla gioia dell’incontro; è la forza dell’appartenenza e di una missione da condividere; è la forza del desiderio di narrare ciò che Dio continua ad operare; è la forza della necessità di celebrare il grazie esistenziale insieme a sorelle e fratelli laici; è la forza della speranza di rispondere ancora e sempre con fedeltà e coraggio alle tante piccole “epifanie” che il Signore regala a tutte e a ciascuna.

Epifania è la manifestazione del Figlio di Dio, il Principe della pace. Siamo sicuri di non aver bisogno di una Stella che, accolta, trasforma la vita e riconduce le tante tensioni e lotte umane a serenità e pace?

sr. Annamaria Confente

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