Editoriale

16
Apr

Sarà che tutto questo parlare di misericordia e quanto stiamo producendo sul tema in quest’anno giubilare, alla fine ci porterà come chiesa ad essere davvero un “corpo misericordiato”, per dirla alla papa Francesco?

Lo saremo se le parole si tradurranno in opere, e le opere renderanno il nostro cuore “bastante per abbracciare il mondo”

(G. Meneghini – fondatrice).

Un bel cammino, grazie a quest’anno della misericordia! Ed anche con Vita Nuova compiremo un itinerario di riflessione e di accostamento ad esperienze che parlano di misericordia. Lo faremo nei quattro numeri, accompagnati dai temi che caratterizzano il giubileo: la porta, la riconciliazione, il pellegrinaggio e il dialogo interreligioso. Temi che vogliamo coniugare con le opere di misericordia, i gesti, le azioni che le esprimono, a partire dalle comunità orsoline e non solo…

Questo primo numero apre pertanto con il tema della porta, che vogliamo spalancare verso due opere di consolazione:

visitare i malati e seppellire i morti.

Sappiamo che la porta è Gesù Cristo, risorto glorioso e vivente. A questo riguardo è significativo il rituale di apertura della porta santa, che ci ha aiutato a comprenderne il significato: un tempo il rito poneva l’accento sul muro, tanto che la simbologia attinente al rito utilizzava attrezzi da muratore. In seguito l’accento è stato posto nella sola porta che apre ampiamente l’entrata nella vita di comunione con Dio e questa porta è Gesù, via unica ed assoluta di salvezza: “Io sono la porta” (Gv 10, 7).

In Lui siamo chiamati ad aprire una porta di misericordia che continuamente studia i modi per dischiudere tenerezza e vicinanza verso realtà di sofferenza, che solo la luce della Pasqua riesce ad illuminare con tutto il suo splendore.

Le testimonianze di questo primo numero dicono che aprire porte significa aprirsi all’incontro, ricevere e donare vita. La porta si apre sul mondo, anche se guarda spazi quotidiani: ci sono passi di misericordia consentiti a tutti.

Ringraziamo Dio che ce ne offre la possibilità, allenandoci un intero anno, per raggiungere l’unità di un corpo “misericordiato”!

La redazione

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