“È tempo di essere un popolo unito”: ha esordito con queste parole il presidente Trump il 9 novembre 2016, nel salutare e ringraziare chi lo aveva sostenuto nella lunga campagna elettorale che alla fine lo ha visto vincitore.
Già, è proprio tempo di essere un popolo unito, ma intorno a chi, a che cosa? E soprattutto: come essere popolo unito? Nell’anno in corso Vita Nuova propone una riflessione proprio su questo tema, non certo partendo dalle suggestioni del presidente americano, ma da quanto scrive papa Francesco al n. 221 di Evangelii Gaudium: “Per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità, vi sono quattro principi relazionati a tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale… quattro principi che orientano specificamente lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”.
Giustizia, pace e fraternità sono le tre caratteristiche che secondo il papa costituiscono il fondamento per costruire un popolo, fondamento che si basa su quattro pilastri: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea e il tutto è superiore alla parte.
Approfondire i contenuti dell’esortazione Evangelii Gaudium, condividendo la riflessione con amiche, amici e collaboratori, è una suggestione emersa anche durante il Capitolo generale, celebrato nel luglio 2016; questo con-dividere nasce dal sentirsi popolo in cammino verso la stessa meta, dall’esigenza di mettere in comune non solo sogni, ma anche risorse, idee e azioni per allargare sempre più i confini e costruire un popolo che non abbia solo frontiere da difendere.
Pertanto i quattro numeri di Vita Nuova nell’anno 2017 fermeranno lo sguardo su questi quattro principi, cercando, attraverso l’approfondimento del loro significato, di comprendere che cosa dicono alla vita delle nostre realtà ecclesiali e sociali.
Il primo, il tempo è superiore allo spazio, è un principio molto ricco e ben manifestato nella parabola del grano e della zizzania.
Esso permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati, affrontando con pazienza anche situazioni difficili o addirittura contrarie, guardando all’orizzonte più ampio che sta davanti. È la grande sfida di dare priorità al tempo, superando la tentazione di “privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi” (cfr. EG 223).
Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Allora… diamo spazio al tempo, lasciamoci forgiare come popolo unito in pace, giustizia e fraternità. In questa logica forse i candidati al Nobel come popolo potrebbero essere più frequenti, come gli abitanti di Lampedusa e di Lesbo, che nella loro paziente ed eroica opera di accoglienza hanno individuato la strada per una cultura contro i muri ed il filo spinato.
a cura della redazione