La preghiera al femminile dell’8 marzo
Anche quest’anno in occasione dell’8 marzo l’Associazione Presenza Donna ha proposto la preghiera al femminile ospite della chiesa di S. Carlo al Villaggio del Sole. Il tema pensato è: Donne con. Provocazioni per abitare il futuro, in dialogo con il cammino del sinodo della chiesa italiana che quest’anno, nel periodo preparatorio, si dispone all’ascolto delle varie anime che popolano le nostre comunità. Siamo state aiutate da tre giovani donne che ci hanno guidato attraverso ambiti di vita e lavorativi diversi, alle quali è stato chiesto un contributo non solo per quello che c’è, ma anche e soprattutto per ciò che si vorrebbe e si desidererebbe per la nostra chiesa, a partire da una più ampia ed eterogenea partecipazione. Infatti: “Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto” (At 10,34).
Laphidil Twumasi, giovane animatrice di origini ghanesi, ci ha aiutato ad entrare dentro mondi culturali diversi, già vicini e presenti nella nostra chiesa italiana, partendo proprio dai versetti degli Atti degli Apostoli sopra riportati.
Laura Pagliarin ci ha raccontato il suo essere giovane mamma lavoratrice, impegnata a far conoscere e frequentare il mondo della chiesa anche ai suoi bambini, una chiesa che fatica sempre più a radunare le sue figlie e figli; infatti “Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è lasciata a voi deserta” (Mt 23,37-38).
Lucia Fontana, studentessa di teologia ci ha accompagnato attraverso una visione nuova e futura di chiesa possibile invitandoci ad ampliare la nostra visione, lasciandoci provocare da punti di vista diversi dai nostri come ci ricorda la donna cananea che chiede al Signore pietà per la figlia tormentata da un demonio. “È vero Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni. Allora Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede!” (Mt 15,22-28).
Il commento biblico letto da suor Elisa Panato è stato curato da Matilde Mantoan, insegnante di religione, che ha ripercorso i tre brani proposti con brevi sottolineature, lasciando spazio agli interventi e a delle domande nodo che ciascuna delle tre giovani ha lasciato come provocazione all’assemblea che è stata chiamata a scrivere nel libretto una propria riflessione.
Il segno proposto è stato un segnalibro fatto all’uncinetto fornito da Unicomondo e proveniente da Nasrapur (India) dove Hemalatha, una semplice artigiana, ribellandosi dallo sfruttamento delle lavoratrici del pizzo, lavorazione tipica della zona, ha dato vita ad una cooperativa dove le donne oggi ritrovano la dignità di un lavoro retribuito giustamente. L’assemblea è stata invitata a fare tre nodi su questo segnalibro di pizzo in relazione alle tre domande nodo lasciate dalle nostre giovani interlocutrici, domande che riportiamo per lasciarci ancora interrogare sul futuro della chiesa e sul nostro starne all’interno.
Come chiesa ci chiediamo: come possiamo essere spazio di accoglienza e di ascolto in particolare verso i giovani, le donne e le persone che provengono da altre culture, valorizzando le nostre diversità? (Laphidil Twumasi)
Come chiesa ci chiediamo: come possiamo rafforzare il legame tra di noi, con il prossimo, e con la madre-chiesa che sembra sempre più lontana e in fatica a radunare i suoi figli e figlie? (Laura Pagliarin)
Come chiesa ci chiediamo: abbiamo il coraggio di ampliare la nostra visione, anche in ambito teologico, lasciandoci provocare da punti di vista diversi dai nostri? (Lucia Fontana)
Francesca Nardin