Prima di Natale è arrivato in comunità un piccolo invito, costruito a mo’ di porta che si apre. Un invito che diceva già qualcosa di nuovo e chiedeva subito l’apertura alla vita. Ci ha incuriosite e, poi, sorprese piacevolmente: era l’invito al nostro tradizionale incontro di fondazione del 5 gennaio. La famiglia religiosa delle suore orsoline del S. Cuore di Maria è nata infatti la sera del 5 gennaio 1907, quando Orsola Balasso ed Angela Franzan hanno iniziato a far vita comune nella bianca casetta che madre Giovanna Meneghini, nostra fondatrice, aveva potuto mettere a disposizione, dopo tante vicissitudini, a Breganze.
Che sia stata la sera precedente la grande festa dell’Epifania, cioè della manifestazione di Dio a tutte le genti, per noi è particolarmente importante: ci ricorda continuamente che abbiamo ricevuto un dono che non è solo per noi, ma per tutti. Ogni anno ci è dunque caro fare memoria dell’inizio della nostra famiglia religiosa e, soprattutto, ci è caro condividere questo momento di festa con quanti e quante lo desiderano. Il filo conduttore di quest’anno è stato quello della Misericordia, intrecciato proprio con l’inizio della nostra famiglia religiosa, intitolato Di generazione in generazione… per una feconda storia da costruire insieme. Non è stato solo un percorso spirituale, ma anche fisico: un piccolo pellegrinaggio.
Inizialmente è stata fatta memoria delle radici della famiglia delle orsoline del S. Cuore di Maria e del battesimo, sacramento che unisce tutti i cristiani. Il cantico sulla misericordia di Dio ha introdotto il momento del pellegrinaggio. Attraversando i luoghi più significativi di casa madre, dove è vissuta madre Giovanna, abbiamo raggiunto il salone, nel quale don Gianantonio Allegri ci ha fatto dono della sua testimonianza di prete fidei donum rapito in Cameroun per 57 giorni dalle milizie di Boko Haram.
La commovente testimonianza del sacerdote vicentino ci ha aiutati a celebrare così la seconda tappa, la sua misericordia per quelli che lo temono, e a vivere con intensità la terza: il cammino sarà leggero… Abbiamo così condiviso un pranzo povero, grazie alle parole di don Gianantonio che ci hanno ricordato l’importanza di attribuire un valore a ciò che abbiamo nella vita, così da non dare niente per scontato.
Subito dopo il pranzo povero abbiamo fatto rientro nella Cappella di casa madre varcando la Porta: Gesù Misericordioso. Abbiamo celebrato il momento intenso del perdono personale, comunitario ed istituzionale, concludendo con lo scambio di un abbraccio di pace e riconciliazione. La conclusione della giornata è stata contraddistinta dalla speranza profetica come apertura al mondo. Per noi religiose è stato anche il momento in cui abbiamo rinnovato i voti. Al termine, ogni responsabile di comunità ed i laici presenti hanno ricevuto un’opera di misericordia da vivere in modo speciale durante il Giubileo in corso, chi nella propria comunità, chi nella propria famiglia…una feconda storia da costruire ancora.
sr. Naike Monique Borgo