Cor-ri-spondere: due verbi, correre e rispondere, entrambi significativi e importanti. Se poi si aggiunge la terza parola, amore, la frase assume un significato “unico”, quello che tanto piaceva a Madre Giovanna Meneghini, nostra fondatrice, tanto da fare di questa bella intuizione un programma di vita.
Corrispondere all’amore è lo slogan che ha accompagnato gli eventi celebrativi dell’anno centenario ormai concluso, raffigurato anche graficamente nel logo. Il correre è espresso dalla strada che va verso la croce, verso Cristo. Quante strade portano a Lui! “Ognuno per la sua via, dice il Concilio… Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui, e non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui. Tutti siamo chiamati ad essere testimoni, però esistono molte forme esistenziali di testimonianza” (Gaudete et exultate, 11).
Questo passaggio della recente esortazione di papa Francesco sulla santità ben si associa a questo numero di Vita Nuova, che vuole rivisitare quanto vissuto, pregato e festeggiato nell’anno centenario, per non chiudere la porta su una esperienza significativa, coinvolgente e vitale. Vogliamo piuttosto tornare al tema del correre, perché il 2018 ancora ci accompagna nello snodo del corrispondere.
Quanti significati diversi in questo verbo, quanta vita ne è racchiusa! Correre perché è tardi, perché c’è tanto da fare. Correre perché si vuole accelerare un incontro, un appuntamento, una cosa bella. Correre perché si vuole scappare da tante cose, a volte anche da se stessi… Correre per rispondere ad un richiamo…
Corrispondere, appunto! Un’umanità immensa prima di noi ha corso la via della santità per rispondere ad una chiamata: Orsola, giovane donna martire, onorata da secoli di devozione ed ancora ammirata in opere iconografiche notevoli. Giovanna, che con la sua vita voleva essere corrispondenza d’amore! Storie di ieri e di oggi, nella storia che stiamo scrivendo anche noi, con una vita che cerca ogni giorno la strada per corrispondere a quell’Amore che per mostraci la pienezza è finito sulla croce.
La strada infatti rappresenta simbolicamente quella della vita, che percorriamo giorno dopo giorno tra incontri ed eventi, fatiche e conquiste, con l’audacia di chi ha di fronte la meta da raggiungere e la affronta ogni giorno con il coraggio e la consapevolezza che è “un monte alto da salire”, come annota Madre Giovanna nelle Memorie, ma “tutto è buono e dolce se lo si prende dalle mani di Dio”. Non è facile interpretazione della realtà, ma sguardo benevolo su di essa per costruire il bene e il buono, anche quando si tratta di schierarsi per costruire ponti e non muri, per difendere “lo straniero, l’orfano e la vedova” non quelli citati nel salmo secoli fa, ma quelli fisicamente presenti sulle nostre strade, nostri (scomodi, a volte) vicini di casa.
La percorriamo con Giovanna che ci invita a “battere da forti la via oscura per trovare la luce”.
sr. Maria Luisa Bertuzzo