Coronavirus: il racconto delle nostre consorelle a Bergamo

20
Ago

Il cuore della pandemia da Coronavirs in Italia è stata la Lombardia, in particolare le province di Bergamo e Brescia. Dalla fine di febbraio a metà giugno 2020 la popolazione di queste città ha vissuto forti restrizioni preventive rese necessarie dall’incessante crescita dei ricoveri e dei decessi.

Abbiamo chiesto alle nostre sorelle della comunità di Zandobbio di raccontare, per quanto possibile, la loro esperienza. Ecco la loro testimonianza.

23 Febbraio 2020. In parrocchia a Zandobbio (Bergamo) è tutto organizzato, tutto è pronto per il Carnevale, il carro allestito, la sfilata. Nel primo pomeriggio l’ordinanza del Presidente della Regione Lombardia blocca tutto. Reazione a caldo: sorpresa, dubbio, ironia, attesa di informazioni ulteriori. Si è convinti che con il mercoledì delle Ceneri si riprenderà la scuola, le attività educative in parrocchia e le celebrazioni religiose.

Invece, ulteriori ordinanze aumentano le chiusure di aziende, dei servizi pubblici e anche la scuola di ogni ordine e grado è chiusa!!! Le indicazioni severe per l’osservanza delle norme di prevenzione anticovid ci mettono davanti a una realtà quasi surreale. E’ bloccata la possibilità di uscire dai confini del proprio comune, siamo completamente isolati come una sorta di comunità fantasma.

L’aumento incessante dei contagi, dei ricoveri in terapia intensiva, dei decessi e poi le colonne dei mezzi dell’esercito per il trasporto delle salme mandate in onda dai telegiornali alimentano il panico e la desolazione.

Noi suore evitiamo di assecondare pessimismo, dicerie nei confronti degli amministratori del pubblico civile e sanitario e cerchiamo di stimolare la fiducia in quanti riusciamo a sentire per telefono. Il silenzio si fa intenso anche fra di noi: viviamo una tacita paura, reale e non certo invisibile. Ci aiutano la preghiera e la S. Messa quotidiana, il dialogo, il confronto, il sostenerci reciproco tra di noi e con don Marco, il nostro parroco. Un altro grande “sostegno” per tutte noi ci veniva dai vari momenti di preghiera trasmetti su Bergamo TV con la presenza e giuda del nostro caro Vescovo Francesco Beschi. Sono stati molti, davvero li attendevano con ardore e spirito di preghiera e di forte comunione ecclesiale, ci infondevano conforto e speranza.

Le famiglie provate cercavano da noi suore un appoggio, un sostegno, un incoraggiamento e un “motivo” di speranza. La vicinanza del nostro Vescovo Francesco, l’affidamento di tutta la diocesi all’intercessione del Papa bergamasco San Giovanni XXIII, la visita e la preghiera nei santuari mariani diocesani da parte del nostro Vescovo sono state sicuro “alimento” all’esile fiamma di fede, di unità, di fiducia in tutti noi.

Il Vescovo si è recato in più luoghi significativi della “sofferenza”: a Nembro cuore dell’epidemia, in un santuario mariano, nei venerdì della quaresima con la Via Crucis all’ospedale Giovanni XXIII, al cimitero di Bergamo e in seminario vescovile a ricordo dei tanti sacerdoti e religiosi/e morti.

La telefonata di Papa Francesco al nostro Vescovo è stata occasione di conforto e di incoraggiamento per lui e per tutta la cittadinanza bergamasca.

Cercando modi nuovi per esprimere la nostra vicinanza, durante la Settimana Santa abbiamo confezionato 800 ramoscelli d’ulivo da consegnare con un augurio pasquale e con l’aiuto della Protezione Civile a tutte le famiglie delle due parrocchie.

C’erano poi le tradizioni da rispettare perché in una situazione inedita ci fosse un po’ di ordinarietà e allora il Sabato Santo la Benedizione delle Uova non poteva mancare, per la felicità dei più piccoli e grandi, ma come fare??? Don Marco invitando le famiglie ad affacciarsi dai balconi le ha benedette dal Campanile!!!

Il commento quotidiano al Vangelo è stato inviato tramite i gruppi WhatsApp alle catechiste che lo diffondevano alle famiglie dei rispettivi ragazzi, ai lettori, al Gruppo Amor, a persone singole di nostra conoscenza… e poi la creatività ha portato a seguire la S. Messa domenicale su YouTube, la S.Messa quotidiana su Facebook ha coinvolgendo e sostenendo molte famiglie. Ci siamo “incontrati” con Google Meet anche con gli adolescenti e con gli animatori cercando di mantenere il legame.

Durante la pandemia ricorreva anche la Festa Patronale di San Giorgio (23 aprile) patrono di Zandobbio. E allora come far sentire la festa? Un triduo di preghiera in preparazione trasmessa in Facebook e un “dolce” con cui concorrere! La torta da realizzare a forma di “Spada di san Giorgio” (che ha vinto il drago simbolo del male) coinvolgendo in questo modo mamme, nonne, zie e bambini tutti. C’è stata una buona adesione, premiata la torta più bella a livello estetico.

Nel mese di maggio don Marco ha percorso le vie di Zandobbio e di Selva recitando il Santo Rosario con la statua della Madonna di Fatima, tanto cara ai zandobbiesi, benedicendo le famiglie affacciate ai balconi, consolate dalla “visita” della nostra Madre Celeste e affidandole le famiglie più provate per la perdita dei loro cari nel tempo della pandemia.

Per evitare l’assembramento noi pregavamo in contemporanea nella nostra cappella in comunione di fede.

Il mese di maggio, come consuetudine, è arricchito dalle celebrazioni dei Sacramenti della Prima Confessione, della Prima Comunione e della Cresima. Ci siamo chiesti come poter essere “presenti” in qualche modo ai ragazzi e alle loro famiglie in questa tappa del cammino di fede in questo tempo??? Con Don Marco abbiamo pensato per ogni Sacramento un gesto da compiere in famiglia per i primi due Sacramenti: Confessione e Comunione mentre per la Cresima la lettura di un libro che coinvolgeva i ragazzi.

Anche noi ci siamo sentite confortate e incoraggiate a sostenere le famiglie colpite dal contagio duramente provate dalla separazione dai propri famigliari senza avere più notizie ne aver la possibilità di poter far loro visita obbligati alla quarantena, fino all’impossibilità di partecipare alla tumulazione delle salme.

Sr. Terelisa in questo tempo così particolare continuava a insegnare, certo in un modo molto diverso la cosiddetta “didattica a distanza”. E’ stata anche questo un modo nuovo di insegnare con i suoi pro e contro.

Ci piace sottolineare quando ci veniva chiesto il nostro stato di salute non era mai una domanda personale, ma plurale, comunitaria “Come state??? Tu e le tue consorelle??? Salutale!!!!”, tanto che durante le lezioni online i ragazzi di scuola collegati chiedevano di vedere anche Sr. Livia e Sr. Giannina per un breve saluto in chat.

Le conseguenze della pandemia più evidenti sono: la caduta in povertà delle famiglie che vivevano sulla base di un solo reddito o di nuclei con piccole imprese condotte a livello familiare. In tutto questo c’ è stato un grande impegno di volontari che hanno donato tempo, aiuto in generi di consumo e in vari modi nelle diverse iniziative condivise con associazioni civili e operatori della Caritas interparrocchiali. Un gruppo di giovani della nostra parrocchia di Zandobbio con l’amministrazione Comunale si sono resi disponibili a portare a casa per le persone sole e con difficoltà di muoversi, le medicine e la spesa di generi alimentari.

L’impegno e la vicinanza da parte delle due parrocchie alle famiglie provate dal dolore e dalla morte si è resa visibile e concreta offrendo la possibilità di una Messa in suffragio del defunto morto durante l’emergenza nei mesi di marzo e di aprile con la partecipazione di tutta la comunità parrocchiale.

Durante il momento di sofferenza più forte, la diocesi a messo ha disposizione 50 camere del Seminario di Bergamo per i medici e infermieri dell’ospedale Giovanni XXIII costretti per il loro lavoro a stare lontani dai famigliari per evitare il contagio. Dopo il periodo di massima emergenza la Diocesi di Bergamo ha messo in atto il fondo “Ricominciamo Insieme”: un intervento eccezionale che intende aiutare famiglie, commercianti e piccole imprese che hanno avuto un calo almeno del 50% del proprio reddito nel tempo del Covid e abbiano un massimo di cinque dipendenti per tornare alla normale conduzione delle attività lavorative. L’iniziativa è già in atto ed avrà termine a dicembre 2020.

Abbiamo seguito e apprezzato le proposte, le preghiere che l’istituto ci ha inviato, ci hanno sostenuto la vicinanza, le telefonate delle consorelle che ci chiedevano come stavamo. Alcune ricorrenze – tra le quali la data di nascita di Madre Giovanna il 23 maggio – sono state condivise con le donne del Gruppo Amor inviando loro le preghiere per il triduo sul gruppo WhatsApp e gli esercizi spirituali che singolarmente abbiamo scelto di vivere… Tutto questo ha contribuito a farci sentire unite fra di noi.

Dopo l’ordinanza che dava l’opportunità alla comunità cristiana di poter partecipare alle S. Messe è stata data la possibilità di accostarsi al Sacramento della Confessione, alla quale don Marco ha dato un grande rilievo.

Tutto è stato motivo per rinvigorire la nostra fede e farci sentire comunità che assieme cammina.

Ora siamo nella fase 3 “post covid” e la stiamo affrontando tornando un lentamente alla normalità, anche se con tutta una serie di attenzioni!!!

Un’altra sfida che assieme abbiamo voluto affrontare per dare un segno di positività è stata l’attività estiva per i ragazzi che ogni anno proponevamo. Certo, l’abbiamo dovuta rimodulare seguendo le severe condizioni previste dell’ordinanze regione Lombardia. L’iniziativa è stata denominata: SUMMER IFE 2020 “Per fare nuove tutte le cose”La nostra intenzione, e quella di don Marco che ci ha creduto con noi, è stata quella di offrire soprattutto ai bambini un luogo di incontro e di scambio di relazioni che da diversi mesi, da fine febbraio a fine giugno, ne sono stati privati. La risposta da parte delle famiglie è stata buona, anche se un po’ titubante all’inizio. Con il passare della prima settimana, le iscrizioni si sono confermate e alcuni ragazzi/e si sono iscritti per la seconda, terza, quarta settimana. Le nostre parole d’ordine quotidiane sono state: mascherina da indossare, lavare spesso le mani, distanziamento, no ad assembramento!!!

Le speranze che abitano i nostri cuori sono quelle di camminare e di guardare avanti con pazienza, in attesa di essere sollevate da questa sofferenza che ci accompagna da vari mesi. Per la nostra comunità ogni mattina nella preghiera di offerta della giornata preghiamo per tutte le vittime del Covid e per chi li assiste affidandole all’intercessione di Maria Santissima affinché questa pandemia finisca e questa esperienza cambi davvero il nostro cuore.

Da quest’ esperienza abbiamo costatato la nostra fragilità e invulnerabilità, il senso del limite e la consapevolezza che deve sempre accrescere di fiducia nel Dio, nostro Padre. Abbiamo colto l’importanza di una comunità che si ritrova assieme a celebrare l’Eucaristia e l’essere comunità che partecipa al lutto per la morte di una persona cara condividendo e dimostrando vicinanza e conforto ai familiari. Durante il lock down infatti le relazioni erano spesso online, questo tempo ci ha aiutato a cogliere quanto importante invece sono le relazioni in persona, quanto “necessarie” per il nostro vivere quotidiano.

Sr. Terelisa, sr. Livia e sr. Giannina

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