Ultimo numero di Vita Nuova di un anno tutto speciale, un anno che nessuno avrebbe immaginato aprirsi e chiudersi su scenari tanto inediti. Quando il sipario si è aperto sul 2020 abbiamo visto quasi subito una coreografia imprevista, sconvolgente e sconosciuta: una pandemia. Quel sipario non si è chiuso, è ancora aperto sia sulle scene che la pandemia ha prodotto, sia su quelle che laceravano l’umanità da tempo, ma che rischiano di essere dimenticate perché la pandemia ne ha distolto il nostro sguardo. Si chiude un anno della rivista dedicato a quello che all’inizio era un argomento di grande interesse a livello ecclesiale, oggetto di riflessione e invito alla novità: i documenti seguenti il Sinodo per l’Amazzonia, rivolti a tutta la Chiesa. Le conversioni richieste dal primo – il Documento finale – insieme ai sogni espressi dal secondo – Querida Amazonia – sono stati i quattro pilastri che hanno condotto la nostra riflessione. Sogno e conversione, anzi conversione e sogno: non può esistere l’uno senza l’altro, così li ha declinati papa Francesco nei due documenti: e con Vita Nuova siamo così passati dalla conversione culturale a quella ecologica e pastorale, per concludere con questo numero con la conversione sinodale.
Camminare insieme: sfida e urgenza! “Per camminare uniti la Chiesa ha bisogno di una conversione sinodale” (DF 86). Il Documento finale ha un’insistenza quasi martellante al riguardo: “Per camminare insieme, la Chiesa oggi ha bisogno di convertirsi all’esperienza sinodale” (DF 88). Gesù, che in questo tempo contempliamo nel suo incarnarsi, ha fatto dono di sé… “perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). E i suoi discepoli hanno tentato in tutti i tempi di essere fedeli a tale mandato: lo testimonia la pagina significativa del “concilio apostolico di Gerusalemme (cfr. At 15; Gal 2,1-10) un evento sinodale della Chiesa Apostolica, in un momento decisivo del suo cammino…” (DF 89).
In questa conversione si sono impegnate donne e uomini di tutti i tempi, comprese le nostre sorelle, a partire da madre Giovanna fino alle testimonianze attuali di un carisma condiviso con amiche e amici laici. Esperienze vicine e lontane di persone che hanno tentato di sognare insieme, come le antiche beghine, giudicate e perseguitate.
Con queste pagine che chiudono il 2020 l’augurio a lettrici e lettori di una buona conversione sinodale; è quanto desidero esprimere per questo Natale con le parole di un articolo significativo di Fratelli tutti: “Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più «gli altri», ma solo un «noi»… Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato” (FT 35).
sr Maria Luisa Bertuzzo, Madre Generale