Le Costituzioni della Congregazione raccontano come vivere da sorelle
Nutro fiducia che si avveri in noi il detto di sant’Angela: “Ove regnerà la pace e il buon accordo, ivi sarà la benedizione di Dio” (Giovanna Meneghini, Lett. 27). Questo scriveva madre Giovanna nel giugno 1907, a pochi me-si dalla fondazione della piccola comunità! Quasi a dire che lo spirito della “sorellanza” è pilastro portante ed elemento fondativo nella Congregazione. Non a caso le nostre Costituzioni hanno un capitolo che si intitola “Comunità di sorelle”! In questo numero che chiude l’anno del Capitolo e dedicato al tema dello stesso – Sorelle in un popolo che invoca coraggio e speranza – è significativo scorrerne i vari articoli e condividerli con lettrici e lettori di Vita Nuova.
… siamo chiamate a realizzare nello Spirito, una comunità di sorelle che, giorno per giorno, si conformi ai sentimenti che furono in Cristo Gesù, secondo l’esempio e la proposta della venerata fondatrice. (C. 51)
Già il primo articolo offre i termini entro cui muoversi: la consapevolezza che una comunità si costruisce sul solido fondamento della spiritualità, e che le relazioni non sono un fenomeno automatico del vivere insieme. Infatti il “giorno per giorno” dice la concretezza di una vita che per tutti è impegno quotidiano e raggiungimento paziente di conquiste che non sono scontate.
Il capitolo continua ricordando dove si trova la linfa per costruire sororità tra noi e fraternità con tutti, perché ad essa è chiamata tutta l’umanità:
Contemplando amorosamente il Cristo Servo, assumiamo i suoi atteggiamenti di servizio, mitezza e umiltà, affinché la nostra comunità sia, nella chiesa e nel mondo, segno e strumento di quella comunione con Dio alla quale è chiamata tutta l’umanità. (C. 52)
Non mancano poi le indicazioni concrete per costruire una comunione mai scontata:
Tale comunione si costruisce nella partecipazione di ciascuna alla vita delle sorelle, con le quali cerchiamo di vivere concordi, unite insieme tutte d’un solo cuore e di un solo volere, legate l’una all’altra col legame della carità. (C. 53)
Sono queste le parole di sant’Angela Merici che hanno ispirato a madre Giovanna i criteri di una vita comune, quando nel 1907 ha avviato la prima piccola comunità. Esse si devono però tradurre in scelte quoti-diane, che sono chiaramente indicate per costruire comunità:
Nell’accettazione vicendevole e nello scambio leale e pacifico delle idee, ogni sorella è fermento attivo di comunione.
Nella complementarietà dei doni e delle funzioni, tutte operiamo corresponsabilmente per la realizzazione del comune progetto. (C. 54) […]
Nelle nostre relazioni ci lasciamo guidare dalla benevolenza e dalla misericordia del Padre, che ogni giorno ci perdona e ci rinnova in Cristo Gesù.
Sostenute da questo amore ci aiutiamo scambievolmente a correggere i nostri difetti, onde essere forti e costanti nel-la via incominciata. (C. 55)
Nelle relazioni fraterne non può mancare lo spazio per le perso-ne più fragili e provate:
Con sollecitudine e affetto sosteniamo le sorelle ammalate e quelle provate dal dolore, riconoscendo il valore salvifico della sofferenza vissuta in unione alla croce di Cristo. Nelle sorelle anziane cogliamo il dono della sapienza che scaturisce da una vita consumata in olocausto all’Amore. (C. 56)
Questo breve excursus sul capitolo delle nostre Costituzioni condivide gli ideali e l’impegno di una Congregazione che attraverso le sue comunità desidera testimoniare il valore dell’essere “Sorelle e fratelli tutti”. Consapevoli che si tratta di una meta che sempre ci sta davanti, è bello camminare insieme nella stessa direzione, valorizzando il desiderio di bene che sta nel cuore di tante persone. L’ultimo articolo in maniera significativa conclude il capitolo allargando lo sguardo ad un orizzonte senza frontiere:
In un mondo che anela ad una fraternità senza frontiere, la nostra comunione di vita nello Spirito è segno visibile di quel Regno d’amore che, già presente in mezzo a noi, giungerà al suo perfetto compimento soltanto nei nuovi cieli e in una terra nuova. (C. 58)
sr. Maria Luisa Bertuzzo